Capita molto spesso, soprattutto per chi non è un addetto ai lavori, di fare confusione e non percepire pienamente la differenza tra badante e caregiver, due figure molto importanti all’interno della quotidianità delle persone disabili o non autosufficienti.
Parliamo infatti di coloro che hanno il delicato compito di aiutare e supportare la persona non solo nelle faccende di casa, ma anche accompagnarla nella ricerca di un benessere psicofisico che nella sua condizione di partenza è molto complicato da raggiungere.
Per questa ragione fare la giusta scelta è fondamentale. E il primo passo da percorrere è proprio individuare quale sia la reale differenza tra badante e caregiver.
Quali sono le mansioni di un caregiver familiare?
Al giorno d’oggi, non c’è alcun dubbio, il caregiver familiare rappresenta una figura di rilievo. Seppur il suo ruolo non sia ancora pienamente riconosciuto in Italia dal punto di vista legislativo, nell’ambito dell’assistenza domiciliare il caregiver familiare è impegnato all’interno della quotidianità in numerose mansioni.
Nello specifico, si tratta di un familiare o congiunto che segue e presta le cure, senza alcuna forma retributiva, ad una persona impossibilitata a svolgere attività quotidiane a causa di disabilità, patologie o semplicemente per l’età avanzata.
Il suo impegno si traduce quotidianamente nella cura del proprio assistito, oltre a gestire le faccende domestiche e spesso anche i propri impegni lavorativi. Grazie alla Legge 104, in virtù di questo suo impegno, il caregiver familiare può tuttavia accedere ad alcune forme di agevolazione come tre giorni di permesso lavorativo al mese, proprio per prestare in maniera “continuativa” le proprie cure alla persona in carico.
Badante convivente e badante non convivente: attenzione a non confonderli
Molto spesso a creare confusione non è solo la differenza tra badante e caregiver, ma anche tra badante convivente e badante non convivente.
Facciamo però prima un passo indietro. A prescindere, tra la mansioni principali di un badante c’è la cura della persona fragile e anziana, la quale deve essere supportata da un professionista che in questo caso è doverosamente legato alla famiglia da un regolare contratto. Il suo supporto è duplice, sia dal punto di vista emotivo, che da quello organizzativo e pratico, con attività costanti e ricorrenti come le pulizie in casa, le commissioni o la preparazione dei pasti. Ma soprattutto l’aiuto dal punto di vista dell’igiene personale.
Quello che fa la differenza nell’ambito delle sue mansioni, è il suo status professionale, vale a dire se si tratta di una badante convivente o di una badante non convivente, in quanto a cambiare è il numero delle ore settimanali trascorse in casa. Nel primo caso, infatti, la figura professionale ha un contratto di circa 54 ore settimanali, mentre nel secondo di 40 ore settimanali.
Non tutti hanno quindi le medesime competenze: ne consegue che cambiano i livelli e le attività svolte e, di conseguenze, lo stipendio.
Caregiver professionale: competenze al servizio della persona
Da non confondere con il caregiver familiare, è la figura del caregiver professionale, un vero e proprio assistente familiare che porta dall’esterno le sue competenze al servizio della persona e della famiglia. Le sue mansioni sono simili a quelle di una badante, ma ciò che cambia è sicuramente il rapporto maggiormente empatico che si viene a creare con la persona fragile da accudire e i suoi familiari.
Assiste quindi l’anziano in ogni momento della quotidianità, occupandosi dei pasti, dell’igiene personale, del corretto utilizzo dei medicinali e delle cure prescritte, accompagnandolo e assistendolo a visite di controllo, ma anche raccogliendo richieste da trasmettere ai familiari, osservando, controllando le sue difficoltà e cercando di prevenire problematiche future.
Attenzione però a non fare confusione: a differenza di una badante, non è un dipendente della famiglia, poiché è di fatto una persona che giunge dall’esterno, e che per questa ragione si deve porre con la medesima attenzione ed affetto di un familiare per essere accettato.
Differenza tra badante e caregiver: un’esigenza per mettere al primo posto la persona
Di fatto conoscere la differenza tra badante e caregiver è un ottimo punto di partenza per poter offrire il percorso di accompagnamento migliore per il vostro caro. L’obiettivo deve quindi essere individuare l’esigenza primaria, tenendo conto anche dei costi e delle possibilità in termini di ore in cui potergli stare accanto. Il tutto con la priorità di offrirgli la soluzione ideale per il suo benessere psicofisico.
Ogni situazione è infatti unica, e capire quale figura possa rispondere meglio alle sue esigenze specifiche significa assicurarsi che riceva il sostegno più appropriato, rispettoso della sua dignità e del suo benessere.
Mettere al primo posto la persona significa proprio questo: scegliere con consapevolezza, in base alle necessità fisiche, emotive e relazionali, affinché l’assistenza offerta sia la più adeguata possibile. Per voi, ma soprattutto per loro.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione