Il primo screening nazionale sulla maculopatia, condotto gratuitamente all’inizio di quest’anno in oltre venti Centri oculistici pubblici e privati con il patrocinio del Ministero della Salute e della Società Italiana di Oftalmologia (Soi), ha permesso di controllare ben 2.856 persone “over 50” in tutt’Italia e soprattutto di accertare 424 degenerazioni maculari allo stadio iniziale mai diagnosticate in precedenza.
L’importanza dell’iniziativa
«La macula è la regione dell’occhio più importante dal punto di vista visivo e i fattori di rischio che la predispongono a una degenerazione, oltre alla familiarità, sono un’eccessiva e non protetta esposizione alla luce solare, l’ipertensione, l’elevata assunzione di acidi grassi saturi nella dieta e il fumo», avverte il professor Francesco Bandello, direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale San Raffaele, promotore del primo screening nazionale di concerto con il Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO) diretto dal dottor Lucio Buratto. «Individuare tempestivamente il problema, che in Italia riguarda circa un milione e 400 mila persone, aiuta a salvare la vista del paziente e per questo va ringraziato quel centinaio di bravi colleghi che si sono prestati a titolo gratuito a un lavoro intenso. E senza interferire con il servizio oculistico cui sono normalmente preposti, dal momento che hanno programmato le visite oltre il normale orario di lavoro come straordinario non retribuito. Ogni équipe medica era formata da quattro specialisti dotati di una sofisticata apparecchiatura chiamata OCT (Optical Coherence Tomography), che permette di effettuare scansioni ad alta risoluzione della macula, scoprendo così eventuali alterazioni già in fase precoce».
Altri dati interessanti
Oltre alle 424 diagnosi porecoci, va segnalato che dei 2.856 soggetti coinvolti il 57% erano donne e il 43% uomini; il 43,7% dei pazienti aveva un’età compresa tra i 50 e i 59 anni, il 36% tra i 60 e i 70 anni e il 17,7% oltre i 70 anni; il 14,9% dei pazienti si è dichiarato un fumatore, il 19,8% un ex fumatore e il 67,2% un non fumatore. Il 35,4% del campione era iperteso. Infine, il 33% delle persone visitate aveva almeno un parente stretto affetto da maculopatia.
Presto un nuovo screening
«L’iniziativa, alla quale per il momento il Ministero della Salute dà il solo patrocinio, mentre per i fondi necessari abbiamo avuto l’appoggio di alcune industrie farmaceutiche, è stata preceduta nel 2017 da una grande indagine demoscopica che ha evidenziato come soltanto l’11% della popolazione italiana sopra i 50 anni ha cognizione del rischio di poter andare incontro a una maculopatia», osserva il dottor Lucio Buratto. «Questa patologia è principalmente legata all’invecchiamento, e infatti in oculistica si parla anche specificamente di Degenerazione Maculare Legata all’Età (o DMLE), ma in tanti casi può anche essere uno dei negativi effetti collaterali del diabete. Proprio a questa forma sarà allora presto dedicato un nuovo screening, sempre gratuito, che metteremo in atto tra ottobre e novembre dandone precedente comunicazione sul sito del Centro Ambrosiano Oftalmico (Camo) e su quello della Società Italiana di Oftalmologia (Soi). Dopo di che la volontà è quella dal 2019 di far divenire una consuetudine il Mese della Prevenzione della Maculopatia».
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione