Un’iniziativa concreta di prevenzione e diagnosi dell’occhio secco, riservata alle donne a partire dai 45 anni e fino alla terza età, vedrà l’intero mese di maggio dedicato a visite gratuite in 14 Centri specializzati, tra ospedali e cliniche universitarie, in tutta Italia. Promuovono l’iniziativa il CIOS (Centro Italiano Occhio Secco) e l’Università dell’Insubria, con il placet del Ministero della Salute, della Regione Lombardia e della Società Oftalmologica Italiana (SOI). .
L’occhio secco è un disturbo che riguarda il 90% della popolazione, ma incide in particolare sulle donne, che ne soffrono in misura doppia rispetto agli uomini. Per saperne di più ci siamo rivolti al dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del CIOS: “Tutto muove dalle palpebre, la cui funzione è proteggere l’occhio, aprendosi e chiudendosi. Ogni giorno le palpebre lo fanno circa 15 mila volte, utili al ricambio costante del film lacrimale che bagna le strutture anteriori dell’occhio. La lacrima ha una parte liquida, una grassa, una salina. Se uno dei tre strati funziona male, si creano i presupposti per la secchezza dell’occhio”.
Come mai il problema l’hanno in maniera massiccia le donne?
“Sono più soggette all’occhio secco per le variazioni dei livelli ormonali che incidono sulla produzione delle lacrime”, spiega il dottor Buratto. “Il fenomeno si accentuadopo i 35-40 anni di età: le donne in gravidanza o in menopausa sono il gruppo più numeroso tra i pazienti che soffrono di occhio secco. E il problema è assai diffuso anche nelle signore anziane”.
Quali i primi sintomi dell’occhio secco?
“Bruciore e prurito, lacrimazione irregolare scatenata da vento, smog, fumo, variazioni di umidità e temperatura; poi il bisogno di lavarsi e strofinare gli occhi; infine difficoltà ad aprire spontaneamente gli occhi al mattino. Quando la sindrome si aggrava, si avverte la sgradevole sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio, sensibilità alla luce, dolore anche notturno e disturbi della visione“.
Che cosa concorre a produrre l’occhio secco?
“Oltre ai già citati fattori ormonali specifici del sesso femminile, ci sono tante concause: alimentazione e stile di vita non corretti, stress, disfunzioni metaboliche e ormonali, smog e e sostanze inquinanti, soggiornare a lungo in ambienti con aria condizionata. Poi c’è l’età che avanza: l’invecchiamento, di uomini e donne, produce lacrime con un minore contenuto di grassi, necessari per evitare che la parte acquosa evapori troppo velocemente”.
Quanto incide l’uso di lenti a contatto e di prodotti per il trucco?
“Possono concorrervi le lenti corneali, rigide o morbide. Da preferire quelle ‘usa e getta’ per la cui igiene si usano disinfettanti e conservanti. Quanto ai prodotti per il trucco degli occhi, spesso sono nocivi perché coprono la congiuntiva”.
Anche l’ambiente di lavoro è importante?
“Parecchio. Gli ambienti di lavoro poco umidificati, l‘impegno prolungato al computer e la sedentarietà vanno ad alterare il corretto funzionamento delle palpebre, che normalmente si aprono e si chiudono tra le 12 e le 25 volte al minuto e possono invece arrivare a farlo solo una volta nell’arco dei 60 secondi: le lacrime così evaporano rapidamente, non vengono sostituite e si crea la sindrome dell’occhio secco”.
Il disturbo può essere correlato a malattie o farmaci?
“Numerose patologie possono comportare l’insorgenza dell’occhio secco, a partire da ipotiroidismo e ipertiroidismo, artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla. Così come il disturbo può essere l’effetto collaterale di alcune classi di farmaci: antidepressivi, antistaminici (soprattutto quelli da banco), decongestionanti nasali, sedativi e ansiolitici, contraccettivi orali, beta-bloccanti, diuretici”.
Come si individua questo disturbo?
“Con una visita oculistica. I Centri specializzati dispongono di strumenti diagnostici straordinariamente precisi, in grado di verificare il volume della secrezione lacrimale,l’attività delle ghiandole di Meibonio che la producono e la distribuzione delle lacrime sulla congiuntiva, la membrana che ricopre il bulbo oculare”.
Quali i rimedi disponibili per trattare l’occhio secco?
“Sinora le ‘lacrime artificiali’, cioè colliri a base di sostanze con azione detergente, lubrificante e umettante, erano l’unico sostituto del film lacrimale precorneale. Oggi si può però anche ricorrere ai sostituti lacrimali biologici, che favoriscono la proliferazione delle cellule epiteliali corneali umane. Nei casi più ostici si può anche procedere a una terapia anti-infiammatoria mirata con corticosteroidi topici (cioè usati a livello locale) come le tetracicline e – novità recentissima – la ciclosporina in collirio. Inoltre, per risolvere il problema in maniera completa esiste un particolare trattamento con luce pulsata, chiamato LipiFlow, grazie al quale è possibile procedere alla pulizia delle ghiandole di Meibonio, stimolandole poi a riprendere il loro normale funzionamento”.
Per prenotare la visita gratuita in uno dei Centri partecipanti alla campagna di prevenzione contro l’occhio secco, basta cliccare qui a partire da mercoledì 2 maggio.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione