Come riconoscere per tempo i problemi all’udito degli anziani

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2 Marzo 2020

I problemi di udito, in gergo medico ipoacusia, interessano il 10-15% dei giovani adulti e raggiunge il picco d’incidenza del 90% nella popolazione over 80. Alla sua insorgenza possono concorrere numerosi fattori predisponenti, come la familiarità, l’esposizione prolungata ad ambienti urbani e professionali particolarmente rumorosi, l’utilizzo a un volume eccessivamente elevato di amplificatori e altri strumenti per l’ascolto della musica e l’avanzare dell’età, che porta naturalmente con sé un progressivo deterioramento della sensibilità uditiva. Se 10 persone su 100 sono poco sensibili a questo tipo di sollecitazioni negative, esiste un 80% suscettibile in misura moderata e un 10% estremamente vulnerabile.

 «Prevenzione, informazione, diagnosi e trattamento precoce rappresentano gli elementi chiave per la riduzione dell’incidenza del fenomeno e il conseguente miglioramento della qualità della vita» spiega Roberto Albera, Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi di Torino e referente di Signia, azienda multinazionale produttrice di apparecchi acustici. 

Problemi di udito: quali i sintomi

«Gli specialisti del settore – continua il Professor Albera – sono concordi sull’importanza dell’individuazione precoce dei campanelli d’allarme che fanno presupporre l’esistenza di un deficit uditivo: acufeni, ovattamento sonoro e percezione distorta dei suoni. Per quanto concerne le patologie congenite a carico dell’apparato uditivo, esiste oggi lo screening neonatale, che permette al bambino di scongiurare il ritardo nello sviluppo cognitivo del linguaggio che si verifica nei bambini ipoacusici, non adeguatamente trattati, fin dai primi mesi di vita. Inoltre, è posta grande attenzione al problema anche in ambito scolastico poiché negli anni si è compreso che, talvolta, l’andamento negativo delle valutazioni di alcuni studenti dipende proprio da un’ipoacusia non diagnosticata e non corretta. Purtroppo, però, sono ancora poche a livello medico le iniziative che incentivino una maggiore informazione dei cittadini e questo compito grava sulle associazioni, le cui iniziative portano in ogni caso a buoni risultati». 

Cosa sapere sugli apparecchi acustici

Gli attuali apparecchi acustici pesano appena pochi grammi, le dimensioni sono assai ridotte e di design moderno; ne esistono diversi modelli, sono collegabili allo smartphone e racchiudono elementi di alta tecnologia, eppure esiste ancora una certa resistenza culturale a normalizzare il loro utilizzo.

Nonostante gli enormi passi avanti nel settore, l’utilizzo di tali dispositivi subisce ancora gli effetti della percezione sbagliata che caratterizza la nostra società. E pensare che sono assai più discreti di un paio d’occhiali. 

«Attualmente, infatti, persiste il pregiudizio culturale secondo il quale una persona affetta da deficit uditivi – prosegue il Professor Albera – non goda di buona “reputazione” da parte della popolazione “normoudente” in quanto apparentemente distratta o perché incapace di comprendere quello che le si dice. Ecco l’origine di uno stigma negativo nei confronti di un deficit correggibile e trattabile con risultati anche soddisfacenti». 

L’istituzione di una Giornata Mondiale dell’Udito da parte dell’OMS, esattamente il 3 marzo, mette in luce quanto sia necessario chiarire alla popolazione l’importanza di prevenzione, diagnosi precoce e compensazione del deficit grazie ai moderni apparecchi acustici. Se trascurata, minimizzata o non trattata adeguatamente, l’ipoacusia può avere risvolti estremamente negativi su chi ne è affetto, a qualsiasi età insorga il disturbo. Nei bambini può comportare un ritardo nell’acquisizione del linguaggio, nei giovani adulti può determinare difficoltà scolastiche e sociali e nell’anziano può portare a isolamento, graduale deterioramento delle facoltà cognitive e depressione. 

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