con la consulenza di Elisa Stefanati psicologa e psicoterapeuta presso l’ospedale privato Quisisana di Ferrara
“Se non potete andare fuori, andate dentro ..di voi!”
In questa fase molto complessa dove ansia, preoccupazione e mancanza di un futuro certo ci fanno sentire tutti più disorientati e impauriti, gli anziani, coloro che vivono lontani dai propri affetti possono avvertire con ancora maggiore pressione, il senso di solitudine, di questo isolamento forzato. Case vuote in cui riecheggia il silenzio, ma anche strutture residenziali o ospedaliere prive del conforto di chi prima, che scattassero le misure per la riduzione dei contagi, era ammesso in visita. Si tratta di una condizione che può peggiorare il senso di malessere, la depressione, il vuoto esistenziale e la paura di morire per mano di un nemico invisibile che attacca senza distinzioni e senza rispetto di chi è più fragile.
L’Anziano ed il bisogno dell’altro
Fin dai primi giorni di questa quarantena sono emersi nuovi bisogni. Tra questi il più forte è il bisogno dell’Altro, di contatto, di vicinanza fisica ed emotiva e si è fatto strada una delle ferite ancestrali nella storia psichica dell’uomo, la ferita da “assenza” da “mancanza”. Nelle teoria delle relazioni oggettuali umane tale capitolo riveste materia di grande apprendimento. Ogni bambino rimane atterrito davanti alla scomparsa dell’oggetto “materno” che genera fiducia e che attraverso la presenza allevia ogni sintomo o disagio, tanto è vero che il neonato reagisce con evacuazioni di angoscia davanti alla solitudine e all’assenza della madre. Poi ad un certo punto dello sviluppo, ogni essere umano impara a mantenere un legame emotivo con l’altro anche in assenza dell’oggetto amato, o in caso di temporanea separazione. In questo mese tutti abbiamo perso qualcosa: la libertà, la sicurezza del domani, la costanza delle abitudini, abbiamo imparato a misurarci con la paura di ammalarci e la paura di morire o veder morire i nostri cari, ma abbiamo guadagnato l’opportunità di stare con noi stessi e con i nostri legami interni, quelli profondi che sebbene lontani ci danno il senso di chi siamo. Chiunque senta il bisogno di manifestare il bisogno di vicinanza può usare il telefono o affacciarsi al balcone di casa per chiedere o dare compagnia, ai famigliari, agli amici, ai vicini di casa. Anche chi vive in una struttura residenziale può scegliere alcune figure di riferimento, tra gli operatori, e comunicare le proprie emozioni senza provare vergogna a chiedere aiuto, a manifestare ei propri timori.
La solitudine è aggravata dalla assenza di speranza per il futuro ed è un fattore di rischio di depressione; non raramente si associa ad apatia ed è sicuramente un fattore di rischio per la salute complessiva e anche di demenza.
Il desiderio che tutti avvertiamo, nei giorni difficili, è di vivere il meglio possibile e di migliorare le nostre esistenze.
Per rispondere a questa richiesta lo psichiatra Vittorino Andreoli ha gettato le fondamenta di una scienza il “Bendessere” che insegna a tutte le età della vita le vie, gli strumenti per riuscire a stare bene. Un bisogno fondamentale di ogni essere umano, ed in particolare anche quando l’età avanza – spiega la dottoressa Giada Caudullo psicologa allieva del prof Andreoli e autrice del volume “Bendessere e Natura: la scienza per sentirsi bene” è di mantenere vivo il proprio ruolo sociale e la consapevolezza di poter esprimere vitalità e positività. Nel volume si trovano alcune regole che aiutano a vivere bene e che possono essere utili anche per affrontare questa fase di isolamento. Le trovate di seguito
L’importanza di tenere attiva la mente
Le persone anziane in questo momento possono avvertire maggiore stanchezza fisica e mentale, mente poco lucida e rallentata, la solitudine spesso porta ad ottundimento e deterioramento cognitivo, alla perdita di fiducia nella propria autonomia fisica. Per questa ragione gli anziani, devono continuare in questi giorni a coltivare la lettura, a dedicarsi a passatempi mentali (parole crociate, esercizi di logica, test di memoria che vengono proposti dai giornali in questi giorni) che tengano lontana la paura e impegnino il pensiero in attività cognitive in grado di tenere la mente più performante e attiva. Anche nella scelta dei programmi televisivi sono da preferire programmi di intrattenimento a carattere scientifico e divulgativo che però non portino ad una sovraesposizione alle notizie che si limitano a far scorrere titoli e numeri legati alla pandemia: un eccesso di informazione sulla malattia produce effetti collaterali che aumentano l’ansia e la percezione di trovarsi in pericolo.
Mens sana…se il corpo si muove
La massa muscolare con l’età viene meno, e fare un po’ di movimento fisico è possibile anche in casa, tutto l’organismo ne può trarre beneficio. Si possono eseguire piccoli movimenti sul posto, utilizzare una cyclette o tappeti per camminare sul posto per muovere il sistema cardiocircolatorio.
Nutrirsi bene per vivere meglio
Anche l’alimentazione sana nutriente e variata è fondamentale per fornire all’organismo elementi costitutivi basilari per garantire vigore al movimento ed il giusto apporto nutrizionale: basta aggiungere ad un bicchiere di spremuta latte di riso o di soia per avere una immediata fonte di vitamine e proteine trasmettendo la piacevole sensazione di riprendere in mano la propria vita.
L’importanza di dormire bene
Anche la qualità del sonno è importante per recuperare le funzioni psichiche spese durante la giornata, un pasto leggero la sera, un ambiente tranquillo ed un decotto a base di radice di valeriana può aiutare la persona a scivolare meglio in un sonno ristoratore.
Il mondo costruito attorno all’anziano deve rispecchiare il più possibile le sue esigenze affinchè egli possa sentirsi accolto e riconoscersi. Gli anziani possono superare meglio il senso di solitudine se sentono di continuare a svolgere un ruolo attivo e utile per i propri nipoti, trasmettendo messaggi costruttivi per il proprio nucleo familiare. Ogni anziano è detentore di esperienza, saggezza, una “cassaforte” preziosa e depositaria delle abilità e delle conoscenze acquisite nell’arco di una vita, da mettere a disposizione della comunità
Per aiutare anche la popolazione anziana a reagire a queta fase di difficoltà, il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) ha promosso l’iniziativa #psicologionline: i cittadini tramite un apposito motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop) possono trovare lo psicologo o psicoterapeuta più vicino e prenotare un teleconsulto gratuito. Anche la Società psicanalitica italiana (Spi) ha messo a disposizione un servizio di ascolto e consulenza di psicologia psicanalitica. Chiamando infine il numero verde 800.065510 della Croce Rossa si può ricevere assistenza psicologica e telecompagnia contro stress e incertezza.
Da queste problematiche nasce l’iniziativa lanciata da Senior Italia FederAnziani, WINDTRE e SIPEm SoS, la Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza che hanno lanciato un numero verde a supporto di tutti quegli anziani soli che hanno bisogno di un sostegno psicologico per attraversare questa fase di isolamento.
Redazione Peranziani.it