Possiamo parlare di apnea notturna quando la respirazione si arresta per almeno 10 secondi. Tuttavia, queste pause nella respirazione possono durare anche 30 secondi e verificarsi anche 100 volte nell’arco di una notte di sonno. Esistono due tipologie di apnea notturna: centrale e tipo O.S.A.
La prima dipende da un vero e proprio malfunzionamento del sistema nervoso centrale, che periodicamente cessa di inviare stimoli all’apparato respiratorio che quindi interrompe la respirazione.
La seconda tipologia di apnea notturna, il cui acronimo sta per “Obstructive sleep apnea”, è ben più diffusa della precedente, specie tra i soggetti di sesso maschile e con un’età superiore ai 40 anni, in particolare se forti fumatori e/o in sovrappeso. In questo caso il problema è generato da un collasso delle vie respiratorie superiori che ostruiscono l’accesso dell’aria ai polmoni generando nell’organismo una serie di reazione al principio di soffocamento che si sta verificando, come un aumento della pressione arteriosa e un maggiore sforzo cardiaco.
Redazione Peranziani.it