L’importanza della prevenzione nell’aneurisma dell’aorta addominale

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16 Febbraio 2020

Le principali malattie del sistema circolatorio nell’anziano sono le malattie cerebrovascolari come la carotidopatia extracranica, ovvero un’ affezione delle arterie carotidi al collo che presentano placche pericolose che possono causare emboli e determinare un ictus cerebrale ischemico;  l’arteriopatia obliterante periferica, ovvero una sindrome dovuta al restringimento od ostruzione di un vaso arterioso degli arti inferiori; e l’aneurisma dell’aorta addominale: una dilatazione patologica permanente che interessa la più grande arteria dell’addome. In chirurgia vascolare, il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale  è quello che ha visto i cambiamenti più radicali negli ultimi anni.

Diagnosi e prevenzione

“La diagnosi – spiega il prof Francesco Setacci Chirurgo vascolare presso la clinica Juneco a Milano City Life – gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione soprattutto nelle carotidopatie e nell’aneurisma aortico addominale, che decorrono nella maggior parte dei casi in maniera del tutto asintomatica e il primo sintomo potrebbe essere già una grave complicanza ovvero la rottura dell’arteria con imponente emorragia interna quasi sempre mortale se non operata in emergenza”.

La diagnosi ormai non rappresenta più un problema. Indagine ecocolordoppler in prima battuta, in maniera semplice, veloce, non invasiva e senza utilizzo di radiazioni ionizzanti permettono diagnosi già molto accurate e sensibili.

Il termine aneurisma deriva dal greco antico e significa appunto  “dilatazione” e colpisce 700.000 persone in Europa, 84.000 in Italia, con circa 220.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno, sono 27.000 nel nostro paese. In Italia, ogni anno muoiono 6000  persone per rottura dell’aorta addominale.

L’ecocolordoppler è l’esame elettivo per la diagnosi e per la sorveglianza  del paziente. Nei pazienti con diagnosi di aneurisma addominale  candidati ad intervento chirurgico è consigliabile eseguire anche un approfondimento mediante angioTC.

Numerose ricerche confermano l’efficacia della prevenzione attraverso  screening mirati, con tecniche di indagine tramite ecocolordoppler,  soprattutto nella popolazione maschile degli over 65enni  con fattori di rischio.

I fattori di rischio sono: il fumo di sigaretta, anamnesi positiva per aneurismi in altra sede, obesità, coronaropatie, aterosclerosi, ipercolesterolemia, ed ipertensione. Nei soggetti di sesso femminile lo screening  può essere indicato in pazienti fumatrici  di età superiore ai 65 anni.

Il fumo è un fattore di rischio specifico. L’aneurisma aortico è la seconda patologia dopo il tumore polmonare direttamente correlato al fumo per frequenza.

In caso di riscontro di dilatazione dell’aorta in cui non è stata posta indicazione ad intervenire chirurgicamente è consigliato effettuare un ecocolordoppler  o eventualmente  una Tac di sorveglianza ad intervalli variabili tra i 6 ed i 12 mesi a seconda della gravità del problema.

Quali terapie e trattamenti?

“Nei pazienti con aneurisma aortico addominale – continua il prof Francesco Setacci – che è da considerarsi arteriopatico è indicata la terapia con antiaggreganti piastrinici, statine, farmaci antipertensivi. Come precedentemente enunciato il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale  è quello che ha visto i cambiamenti più radicali negli ultimi anni. Nell’ultimo ventennio infatti le tecniche “endovascolari” mini invasive hanno permesso il trattamento della maggior parte degli aneurismi evitando l’apertura dell’addome attraverso due mini incisioni a livello inguinale o addirittura solo attraverso l’introduzione della protesi vascolare da due fori praticati sulla cute senza incisione chirurgica. Tutto questo completamente in anestesia locale permettendo una rapida ripresa del paziente addirittura in pochi giorni”.

Da sottolineare come questa patologia se trattata in tempo presenta una mortalita’ di circa il 2%.  In caso di trattamento in urgenza per rottura la mortalità sale all’80-90%, questo per sottolineare l’importanza della prevenzione. Basta un semplice ecocolordoppler, una indagine veloce ma che permette di salvare vite: “un minuto che vale una vita”!!!

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