Le cadute sono una delle principali problematiche nella vita degli anziani. Recenti studi hanno calcolato che in media il 33% delle persone di età superiore ai 65 anni sia vittima almeno una volta l’anno di una caduta in casa. La percentuale cresce fino al 50% se si considera gli anziani che vivono in Rsa o altre tipologie di case di cura.
Una volta poi che un individuo sia stato vittima di una caduta è altamente probabile che cada a terra una seconda volta, anche in tempi brevi. Da sottolineare che il rischio di cadute negli anziani è maggiore in casa che fuori, per una minor attenzione e per una presenza maggiore di pericoli.
La prima conseguenza di una caduta in un anziano è la perdita della sicurezza in se stessi che può anche arrivare al limitare le azioni, gli spostamenti, creando un pericoloso isolamento.
Cadute anziani: le cause
Non esiste una causa unica, anzi, spesso dietro la caduta di un anziano esiste una combinazione di più fattori. Questi possono essere di natura medica (legata cioè a malattie), ambientale (ostacoli, oggetti), cognitiva (soglia di attenzione), farmacologica.
Per quanto riguarda la condizione fisica questa è fondamentale nell’analisi delle cadute negli anzani. Una persona malata, che fa fatica a deambulare correttamente, una persona con osteoporosi, o problemi di forza muscolare è molto ma molto più portata alla perdita di equilibrio e controllo del corpo, quindi alla caduta. Questo è il fattore di rischio principale: una buona condizione fisica infatti permette ad un anziano di reagire ed affrontare senza problemi un ostacolo; in caso di condizione difficoltosa e mobilità limitata questa reazione non ci sarà e la caduta a quel punto diventerà inevitabile. Basti pensare ad esempio alla vista: una buona visuale permetterà di affrontare al meglio ogni spostamento; una visuale ridotta o compromessa renderà tutto più difficile e quindi pericoloso.
Cadute anziani: come prevenire
La prima cosa per limitare i rischi è quindi avere un’idea precisa e reale del quadro clinico della persona. Meglio, da quel punto di vista, avere un’idea più severa che morbida. La prevenzione ovviamente poi può influire in maniera importante sui rischi ambientali, soprattutto in casa. Bisogna quindi fare molta attenzione alla visibilità, illuminando al meglio i vari angoli bui della casa; si deve poi evitare di lasciare oggetti a terra, quindi essere il più ordinati possibili. Ma non solo. Anche il cavo elettrico di una lampada o un elettrodomestico o l’angolo di un tappeto possono diventare causa di una caduta nell’anziano. Come l’acqua, lasciata sul pavimento che lo trasforma in un oggetto particolarmente scivoloso.
In casa quindi si può fare molto. Se poi siamo davanti ad una persona con difficoltà motorie importanti bisogna ricorrere all’ausilio di stampelle, deambulatori e dotare diversi locali della casa, primo tra tutti il bagno, di maniglie ed appoggi.
Se invece ci spostiamo all’aperto la prima difficoltà è la conoscenza dell’ambiente esterno. Tutto quindi può essere fonte di pericolo: un marciapiede, il dislivello dell’asfalto, le persone attorno a noi. La prima cosa da fare è non lasciarsi prendere dal panico e dall’agitazione, osservare con attenzione tutto quello che ci circonda e non fare movimenti bruschi ed improvvisi. Ad esempio: mai correre, molto meglio prendersi più tempo muovendosi con il nostro passo abituale.
Un altro accorgimento importante riguarda l’utilizzo corretto di scarpe idonee e, per chi li porta, di occhiali dalle lenti adeguate alla problematica dell’individuo.
Cosa fare dopo una caduta
Tendenzialmente un anziano dopo una caduta tende a minimizzare l’episodio, un po’ per vergogna, un po’ per non destare preoccupazione in chi sta loro accanto. Ma si tratta di un grosso errore. Raccontare l’accaduto, nel dettaglio, permette di avere un quadro chiaro dell’accaduto e quindi di intervenire sulle cause e sugli effetti.
Per prima cosa quindi serve lucidità. Gli anziani spesso immediatamente dopo una caduta tendono a spaventarsi, peggiorando le cose soprattutto se ci si trova in casa da soli dato che in alcuni casi non si riesce nemmeno a chiedere aiuto. Meglio quindi muoversi anche in casa portando sempre con se il telefonino o un apparecchio di sicurezza. In certi casi la rapidità dell’allarme può salvare anche la vita.
Poi toccherà al soccorritore utilizzare le procedure più corrette per valutare la situazione e decidere se rimettere in piedi ed in che modo l’individuo. Sarà lui a decidere se ricorrere al Pronto Soccorso o no.
Comunque sia sempre avvisare il medico curante dell’accaduto in modo da capire se dietro la caduta ci sia una qualche problematica fisica o magari anche un errato utilizzo dei farmaci.
Le conseguenze di una caduta
Ogni caduta fa storia a se. Le statistiche dicono però che addirittura c’è una incidenza importante di cadute mortali, causate a violenti colpi alla testa. Una percentuale che tende a salire con il crescere dell’età dell’anziano.
Ma la maggior parte della cadute negli anziani porta con se traumi ossei (rotture e fratture) o muscolari.
Tra le ossa più esposte il femore ed il posto. Questo perché per proteggersi l’anziano tende ad appoggiare la mano a terra caricando sull’articolazione tutto il peso del corpo. Numerosi anche i traumi cranici.
Muscolarmente ci posso essere ematomi e contratture.
Tutto questo tipo di danni vanno curati con attenzione e avvalendosi dell’aiuto di un fisioterapista per poter ritornare alla tonicità iniziale ed alla mobilità naturale.
Redazione Peranziani.it