Aterosclerosi: sintomi, cure, prevenzione

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16 Settembre 2019

L’aterosclerosi e’ la progressiva perdita di elasticita’ dei vasi arteriosi, processo per il quale i vasi si “irrigidiscono” favorendo un accumulo di sostanze all’interno del vaso, quali i lipidi come molecule di colesterolo e piastrine che nel tempo possono determinare il restringimento del lume vascolare. L’aterosclerosi colpisce sia i vasi arteriosi che venosi, ma le conseguenze cliniche piu’ importanti sono quelle secondarie al restringimento della arterie.

Quali sono le cause di questa patologia?

“Diversi fattori intervengono nel favorire il processo aterosclerotico – ci spiega il prof. Claudio Tondo Coordinatore Unità di Aritmologia  del Centro Cardiologico Monzino IRCCS – quali una predisposizione familiare, cause piu’ propriamente genetiche come nelle dislipidemie familiari (cioe’ famiglie in cui vi e’ un accumulo eccessivo di acidi grassi (lipidi) nel circolo ematico), oppure una dieta ricca di alimenti grassi magari associata ad assenza di attivita’ fisica costante e regolare”.
 

Quali sono i sintomi dell’aterosclerosi?

“I sintomi dell’aterosclerosi  – continua il prof. Tondo – sono quelli propriamente legati alla riduzione di afflusso sanguigno nei diversi distretti. Pertanto, una riduzione significativa della vascolarizzazione attraverso le arterie coronarie, puo’ determinare l’insorgenza dell’angina cardiaca (tipicamente da sforzo quando la riduzione del calibro del vaso e’ > 75%) sino a determinare un infarto cardiaco per l’occlusione di un vaso coronarico dovuta alla trombosi per distacco di una placca aterosclerotica. Possono manifestarsi sintomi da ridotto afflusso cerebrale, con diversi quadri clinici, che vanno dalla progressiva riduzione delle funzioni cerebrali (perdita di memoria, movimenti rallentati, piccoli infarti cerebrali, forme di parkinsonismo su base vascolare, ecc..) sino a determinare ictus cerebrale sia di natura ischemica (occlusione trombotica di un vaso) sia emorragica (rottura di un vaso). Se il processo aterosclerotico interessa il distretto dei vasi arteriosi renali, puo’ determinarsi una quadro di insufficienza renale, nelle diverse entita’ a seconda della riduzione della vascolarizzazione arteriosa. Difficolta’ alla deambulazione  quando l’aterosclerosi interessa i vasi arteriosi maggiori degli arti inferiori che, nei casi estremi, puo’ determinare un’immobilita’ del soggetto. In sostanza, a seconda del distretto arterioso interessato, si manifesteranno sintomi realtivi alla funzione di quel dato organo. Inoltre, l’aterosclerosi, proprio per la perdita di elasticita’ vascolare, favorisce l’ipertensione arteriosa che, a sua volta, e’ un fattore predisponente per l’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio”.

Esistono campanelli d’allarme? 

Purtroppo, non esistono campanelli d’allarme che si manifestano nelle fasi iniziali del processo aterosclerotico; infatti quando insorgono dei sintomi (vedi sopra), il processo e’ gia’ in fase avanzata.

Come si previene l’aterosclerosi?

“Il modo migliore per cercare di rallentare l’aterosclerosi – fa notare il prof Tondo – che e’ un processo sostanzialmente “fisiologico” perche’ si realizza in tutti gli individui con l’invecchiamento e’ cercare di mettere in atto quelle misure che possono favorire un miglior stato dei nostri vasi. Cio’ significa garantire sin dagli anni della fanciullezza, una dieta sana, con ridotta quota di grassi saturi (tipo il burro e gli alimenti sottoposti al processo di frittura con liberazione di acidi grassi saturi), ridotto consumo di carni rosse, favorendo il consumo di legumi, verdure e la tipica dieta mediterranea. Tutto cio’ associato a un’attivita’ fisica aerobica regolare (camminata a passo rapido, corsa, nuoto, ciclismo, ecc..) che induce un tasso ridotto di colesterolo e di acidi grassi saturi nella circolazione ematica. Un altro presidio e’ l’abolizione del fumo di sigaretta e l’assunzione di droghe, tra le quali la cocaina, che si sono dimostrati fattori favorenti un’accelerazione del processo aterosclerotico, soprattutto a livello coronarico”.

Diagnosi: quali indagini e a partire da quale età. Trattamento ed interventi. E quale il ruolo dell’alimentazione?

“Ovviamente – conclude il pfor. Tondo – nei casi di familiarita’ spiccata (quali le gia’ citate dislipidemie familiari), accanto a una dieta specifica, e’ importante prescrivere una terapia ipolipidica e ipocolesterolemizzante per la riduzione dei grassi circolanti e, pertanto, per rallentare il processo di aterosclerosi”.

Se un individuo apparentemente sano, mostra ai vari controlli dei comuni esami ematochimici, dei valori di colesterolo e trigliceridi costantemente elevate, e’ bene che accanto alla buone abitudini alimentari (talora insufficienti a normalizzare gli esami ematochimici) e all’attivita’ fisica, associ una terapia mirata alla riduzione dei grassi circolanti al fine di ottimizzare le misure preventive all’aterosclerosi

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