La pressione alta o ipertensione è una delle problematiche più diffuse in età adulta. Si calcola che circa il 30% ne soffra, soprattutto ad essere colpite sono le donne, in particolare dopo la menopausa. Per ipertensione si intende quella condizione di elevata ed eccessiva pressione del sangue nelle arterie determinata da una parte dalla quantità di sangue pompato dal cuore, e dall’altra dalla resistenza delle arterie stesse.
Cos’è l’ipertensione
Non si tratta di una malattia vera e propria piuttosto di un fattore, un fattore di rischio che aumenta in maniera sensibile le possibilità che si verifichino altre malattie cardiovascolari come l’ìctus, l’infarto del miocardio o l’angina pectoris). Nella medicina l’ipertensione viene divisa in primaria e secondaria.
Si definisce ipertensione primaria quella senza origini precise e più legata alle abitudini di vita; ne soffre circa il 95% dei pazienti e può essere gestita con le normali terapie farmacologiche esistenti. Quella secondaria (che riguarda il restante 5%) è invece dovuta a malattie congenite e colpisce anche i giovani e giovanissimi. Questa tipologia va gestita e curata in maniera completamente diversa
“L’ipertensione – spiega il professor Raffaele Antonelli, geriatra della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – in realtà non è una problematica che colpisce particolarmente gli anziani, anzi. Sono soprattutto gli adulti i più a rischio perché è proprio in quella fascia di età che si vengono a combinare quelle abitudini di vita sbagliate che sono il principale fattore di rischio: alimentazione errata, stress, vita sedentaria. Il consiglio quindi è di cominciare già verso i 30 anni con delle misurazioni per cercare di capire se davvero si è soggetti all’ipertensione. Se parliamo di persone della terza età però va sottolineato come la pressione alta negli anziani possa creare disturbi del sonno ma soprattutto pericolose apnee notturne”.
Come si misura la pressione
La medicina attuale non ha definito dei valori per un buono stato di salute relativamente alla pressione anziani. La tendenza però è a ridurre questi valori. Recenti studi e pubblicazioni hanno portato il limite a 75 per la minima e 120 per la massima.
“Per gli anziani – continua il Prof. Antonelli – la cosa è un po’ diversa. Stiamo parlando infatti di fisici che si sono abituati magari a valori superiori, come 80/130 ma anche 90/140, che possono essere tranquillamente tollerati. Detto questo bisogna anche sapere dove, come e quando effettuare la misurazione. Il consiglio è di rivolgersi almeno per la prima volta ed almeno ogni tre mesi al proprio medico curante. Per quanto riguarda le misurazioni personali a casa è importante differenziare gli orari, a volte al mattino, altre volte al pomeriggio, alternando la misurazione da sdraiato con quella da seduto. Molte persone poi soffrono della cosiddetta sindrome del “camice bianco”, cioè si agitano proprio durante la misurazione alterando così i risultati. A queste persone emotive il consiglio è di effettuare almeno due diverse misurazioni consecutive in un ambiente familiare, come casa propria, per tranquillizzarsi il più possibile”.
Come combattere la pressione alta negli anziani
Essendo lo stile di vita il grande nemico della pressione alta negli anziani ecco che anche le principali soluzioni per curare o quantomeno difendersi arrivano proprio intervenendo sul nostro quotidiano. “La prima cosa – aggiunge Antonelli – è limitare lo stress, gestire le tensioni che la vita ci regala in maniera diversa. Per quanto riguarda poi l’alimentazione grossa attenzione al sale, che va limitato se non ridotto al minimo indispensabile. Attenzione anche agli insaccati, ai succhi di frutta, ai dolci che contengono grosse quantità di zuccheri raffinati. Preferire una dieta ricca di frutta, verdura e fibre. Divieto assoluto del fumo; la sigaretta è davvero nociva e pericolosa per il nostro apparato cardiocircolatorio. Evitare, in ultimo, uno stile di vita sedentario. Aggiungere quindi dello sport con una certa frequenza o quanto meno delle passeggiate. Per quanto riguarda il peso, poi, è vero che influisce direttamente sulla pressione ma per gli anziani possiamo tollerare un indice di massa corporea superiore a quello di un adulto normale. Insomma possiamo anche superare la soglia di 25, fino a quota 27 se non addirittura 29. Questo perché una dieta rischierebbe di alterare troppo il metabolismo di un fisico abituato a qualche chilo in più provocando più svantaggi che vantaggi”.
Se questi consigli non dovessero essere sufficienti per il controllo della pressione alta negli anziani allora si può tranquillamente fare ricorso alla terapia farmacologica, su prescrizione di un medico specialista. I farmaci di oggi garantiscono ottimi risultati senza grossi effetti collaterali o rischi di vario tipo. Il consiglio per tutti è quello di ridurre i dosaggi in estate; il caldo infatti riduce la pressione in maniera naturale
Redazione Peranziani.it