È innegabile che la nostra società sia fortemente pervasa, ancora oggi, da una cultura del “vivere giovane” che valorizza, a partire dal livello mediatico e così via a cascata, tutto ciò che è giovane in ogni settore: abbigliamento, divertimento, sport, ecc.
Questa tendenza la si riscontra anche nell’amore e nella sessualità.
“Lo stereotipo più diffuso – spiega la Dott.ssa Emanuela Napoli, sessuologa esperta dell’età evolutiva e psicologa – è che l’attività sessuale sia di pertinenza solo del giovane e dell’adulto, questo perché la tendenza culturale tende ad associare gli aspetti di prestanza e “integrità” fisica ad una sessualità attiva; ma l’anzianità non segna assolutamente il termine dell’attività sessuale”.
Sesso e anziani: credenze e falsità
“Gli anziani – continua la Dott.ssa Napoli – rappresentano una delle categorie di persone con le quali ci si rapporta più spesso in modo stereotipato, immaginandoli spesso soli, dipendenti, malati e privi di forze.
Rispetto al sesso, ad esempio, si ritiene che in età avanzata le persone non siano sessualmente desiderabili e che non provino desiderio sessuale, soprattutto le donne; che gli anziani interessati alla sessualità siano perversi o che l’attività sessuale in età avanzata possa comportare un rischio per la salute e che non si sia più sessualmente capaci.
Inoltre, il senso comune pensa alla sessualità maschile a quest’età soprattutto in relazione alle disfunzioni sessuali, mentre, per le donne, si ritiene che possano trarre più beneficio dalla compagnia e dagli aspetti romantici, piuttosto che dal sesso in sé, evidenziando quindi anche degli stereotipi di genere attorno alla questione sesso/terza età”.
Queste false credenze sociali condizionano anche il modo soggettivo della persona anziana di percepirsi in relazione alla vita sessuale. La conseguenza è che nonostante questo possa in realtà rappresentare un momento favorevole per rilassarsi e godersi l’intimità come mai prima, perché liberi dal lavoro, dall’allevamento dei figli, ecc., molto spesso può accadere che la persona si distanzi da un’appagante vita sessuale.
Gli effetti sulla vita sessuale:
“Gli stereotipi sul sesso in età avanzata – chiude la Dott.ssa Napoli – fanno sì che spesso l’anziano affronti negativamente la propria sessualità mantenendo ad esempio un silenzio discreto (si evitano così ingerenze esterne che potrebbero dare fastidio, ma si rischia allo stesso tempo un certo isolamento soprattutto in presenza di problemi), oppure sviluppando un sentimento di avversione. La pressione culturale, che vede disdicevole un interessamento al sesso da parte degli anziani, porta a considerare la sessualità nello stesso anziano come grottesca, incongrua e sgradevole.
È interessante, quindi, ragionare sul fatto che la fine dell’attività sessuale sarebbe per lo più causata da fattori psicologici e sociali, che non da problematiche fisiche e biologiche. La possibile modificazione della risposta genitale non comporta necessariamente la scomparsa del bisogno affettivo o della vita sessuale in questa fase della vita.
Fortunatamente l’attuale informazione scientifica, ma anche i giornali, le riviste e internet stanno contribuendo al superamento di tali schemi mentali, dimostrando come gli attuali 60-70enni siano pieni di energia, anche sul piano sessuale”.
Il mantenimento di una buona vita affettiva e sessuale è di fondamentale importanza per l’essere umano ed è ancora più pregnante per l’anziano. L’amore e il piacere sono ragioni di vita ad ogni età, l’individuo ha bisogno di amare e di essere amato e di essere oggetto di attenzioni e affetto.
Redazione Peranziani.it