Camminare – si sa – fa sempre bene. Anche da anziani. E ancor di più se ci si impegna regolarmente nel fitwalking: “Il termine anglosassone rende più l’idea dei vantaggi assicurati rispetto a ‘camminata di buon passo’ o ‘camminata sportiva’, anche se di questo si tratta”, esordisce Maurizio Damilano, oro olimpico di marcia a Mosca 1980, che dal 2001 promuove la disciplina nel nostro Paese attraverso l’associazione Fitwalking Italia. “In questa attività sportiva il confronto è sempre e solo con se stessi, ma soprattutto è desiderio di sentirsi bene e di divertirsi, anche nella terza età”.
Camminare sì, ma quanto?
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) suggerisce almeno 10 mila passi al giorno per favorire il benessere cardiovascolare, il controllo del peso corporeo e la salute di ossa e tendini. “Ma con il fitwalking c’è anche altro: camminare a passo svelto e con una determinata tecnica (vedi sotto, ndr) implica impegno dal punto di vista motivazionale e consapevolezza del proprio corpo, non è come fare una passeggiatina al parco o per le vie dello shopping”, prosegue Maurizio Damilano. “L’ideale è iniziare con 10 minuti al giorno per 5 giorni a settimana per arrivare poi gradualmente, secondo il proprio stato di forma e ovviamente anche la propria età, a 20-30 minuti quotidiani. È importante la costanza, ma anche… la moderazione: l’approccio dev’essere graduale, nel rispetto dei propri limiti, senza farsi prendere da iniziali e controproducenti euforie. I campanelli di allarme sono quelli che tutti ben conosciamo (dolori muscolari, mal di schiena, stanchezza eccessiva) e non vanno mai sottostimati, a maggior ragione in età matura o avanzata. Nel caso, bisogna ridurre lo sforzo e/o inserire più riposo tra un’uscita e l’altra”.
Nell’anziano una controindicazione può essere data dall’artrosi, “ma la mobilità articolare, l’elasticità e la forza si possono ricostruire anche quando si è in là con gli anni, senza avere fretta”, aggiunge il nostro esperto.
La tecnica giusta
Come per tutti gli sport, anche per il fitwalking è fondamentale curare la tecnica di base per ottimizzare i benefici di una pratica regolare. “Molto conta la postura: si deve camminare con la testa eretta, senza piegarsi in avanti, con le spalle rilassate, il petto leggermente in fuori e gli addominali un poco contratti. Lo sguardo è dritto e deve abbracciare almeno un centinaio di metri davanti a sé”, spiega Maurizio Damilano. “Le braccia, con i gomiti leggermente piegati, oscillano alternativamente alle gambe passando accanto alle anche, la cui ‘scioltezza’ nel muoversi è altrettanto importante. Le mani vanno tenute aperte e rilassate. Basilare è poi ovviamente il corretto appoggio dei piedi: il primo contatto con il terreno deve avvenire con il tallone, quindi va eseguita una rullata completa in avanti, arrivando a spingere anche con la punta delle dita”.
Anche in questo caso, costanza e pazienza sono le armi vincenti indipendentemente dall’età: “Istintivo ma anche tecnico nelle sue fasi più dinamiche, il fitwalking è un’attività di graduale auto-apprendimento che può essere facilitata con l’aiuto di un istruttore. Una buona occasione per farlo sono gli eventi promossi in giro per l’Italia dalla nostra Associazione, in occasione dei quali i tecnici controllano appunto la camminata degli appassionati che lo richiedono, aiutandoli a correggerla o comunque migliorarla per evitare che si producano sollecitazioni muscolari o tendinee improprie. E a qualcuno insegniamo davvero a camminare: non è una battuta”, racconta sempre il nostro esperto.
Attenzione alle scarpe
Facile da praticare, il fitwalking non richiede poi un’attrezzatura particolare. “Le scarpe sono l’unico dettaglio al quale fare particolare attenzione: non vanno bene quelle da running, ma ne occorrono di specifiche. Come spiegato prima, in questa disciplina è fondamentale la rullata del piede partendo dal tallone e servono dunque calzature che abbiano una suola più smussata nella parte posteriore”, avverte Maurizio Damilano. “Vanno scelte tra quelle classificate in fascia A2, disponibili in tutti i negozi specializzati a un costo che oscilla generalmente dagli 80 ai 120 euro”.
Quanto all’abbigliamento, l’ideale è vestirsi “a cipolla”, cioè con più strati da levare o rimettere a seconda delle condizioni climatiche. Mentre un accessorio da non dimenticare mai è la borraccia: “Idratarsi prima, durante e dopo l’attività fisica non è solo una corretta abitudine, ma un obbligo nei confronti del nostro corpo”, afferma categorico il nostro esperto.
Quei vantaggi in più per gli anziani
Ai benefici per la salute generale dell’organismo, a partire da quella del sistema cardiocircolatorio, il fitwalking ne aggiunge poi uno assai importante per chi non è più giovane: “La riattivazione della propriocezione, ovvero la capacità di percepire e riconoscere il proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei muscoli”, spiega Maurizio Damilano. “Entra in gioco l’equilibrio e si sa quanto gli anziani sono soggetti a cadute, anche in casa. Il fitwalking contribuisce dunque a ridurre anche questi rischi, senza contare i vantaggi per l’umore, specie se lo si pratica in compagnia. Camminare diventa così anche un’ottima arma per tenere lontane solitudine e depressione”.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione