Con l’espressione demenza senile si fa riferimento ad un’ampia famiglia di disturbi che affliggono la sfera cognitiva di pazienti anziani. Questi però non sono gli unici soggetti ad essere colpiti poiché si registrano casi anche prima di compiere 65 anni. A questo proposito, è stato dimostrato che al di sotto di tale soglia di età, circa l’11% dei pazienti affetti da demenza senile può essere trattato con successo, pertanto è estremamente importante individuare i primi sintomi della demenza senile. Quando la demenza senile ha cause di natura alimentare (carenza di vitamina B12) o proviene da altre patologie (ipotiroidismo) è in genere più facile contrastare il processo degenerativo, in quanto i suddetti fattori scatenanti presentano di norma margini maggiori di intervento.
La demenza senile nell’anziano ha un notevole impatto sociale in quanto l’individuo perde progressivamente la propria autosufficienza, fino a richiedere una costante assistenza da parte dei famigliari o del personale medico. Le terapie oggi disponibili non sono purtroppo ancora in grado di curare definitivamente questa malattia, ma riescono tuttavia ad arrestarne o rallentarne il decorso, soprattutto, come detto, se diagnosticata tempestivamente.
A livello internazionale sono stati individuati dei sintomi che possono aiutare i parenti di persone anziane a sospettare della possibile insorgenza della demenza senile. Comprensibilmente, tali sintomi assumono maggior rilievo quando compaiono insieme nel medesimo soggetto ovvero, presi singolarmente, non devono necessariamente essere ricondotti a questa patologia poiché possono essere causati anche da altri disturbi.
Redazione Peranziani.it