Un senso di impotenza che può capitare a chiunque si occupi in prima persona della gestione di un proprio caro all’interno della quotidianità: aiutare un anziano che non vuole alzarsi dal letto rappresenta un momento ricorrente con cui è spesso complicato confrontarsi, poiché richiede le giuste competenze, ma soprattutto un approccio fortemente empatico.
Sono infatti numerosi i fattori fisici e psicologici che possono “impigrire” una persona anziana, comportando una naturale incapacità della deambulazione e del movimento. Conoscerli è importante, così come saper stimolare costantemente il nostro interlocutore attraverso perseveranza e incoraggiamento all’interno della sua routine quotidiana.
È inoltre fondamentale comprendere le cause del rifiuto e adottare strategie adatte per ogni singola situazione, personalizzando l’approccio in base ai suoi bisogni specifici.
In questo modo un supporto attento e paziente può fare la differenza, migliorando il suo benessere e favorendo una maggiore autonomia. Una serie di comportamenti consapevoli che vogliamo fornirvi per supportarvi in futuro, e aiutare così il vostro genitore anziano che non vuole alzarsi dal letto.
Anziano che non cammina: una consuetudine da fermare (e prevenire)
Capita frequentemente di dover convincere i nostri genitori ad uscire da una zona estrema di “comfort” ormai diventata controproducente e preoccupante. Un anziano che non cammina, infatti, è molto spesso un soggetto fragile che potrebbe scegliere di lasciarsi gradualmente andare.
L’abitudine di restare a letto o di non camminare è in questo senso una condizione che, se protratta nel tempo, può condurre a gravi conseguenze per la salute fisica e mentale. Questo perché la mancanza di movimento può causare un rapido deperimento muscolare, rigidità articolare, problemi circolatori, ma anche un aumento del rischio di cadute future. Inoltre, l’isolamento e la ridotta partecipazione alle attività quotidiane possono contribuire a un peggioramento del tono dell’umore, alimentando sentimenti di tristezza e depressione.
Prevenire questa condizione è quindi essenziale, attraverso una serie di interventi mirati che vanno dalla stimolazione fisica quotidiana, come esercizi leggeri o brevi passeggiate, al coinvolgimento in attività sociali che mantengano viva la motivazione e il desiderio di muoversi.
Tuttavia, facendo un passo indietro, il problema spesso si presenta ancora prima della mancanza di stimoli per camminare in modo continuativo. In molti casi, si tratta di fatto di capire concretamente come aiutare l’anziano che non vuole alzarsi dal letto attraverso l’uso della parola e dell’empatia.
Proviamo a farlo insieme.
Come aiutare un anziano che non vuole alzarsi dal letto? Ecco i 5 consigli da ricordare
Come abbiamo visto, un anziano che non vuole alzarsi dal letto può rappresentare un inequivocabile segnale di disagio fisico o emotivo. Per questo motivo trovare la giusta strategia per incoraggiarlo a muoversi e aiutarlo ad alzarsi dal letto è essenziale per preservare la sua salute e il suo benessere generale.
Spesso, la difficoltà risiede proprio nel trovare il giusto equilibrio tra il rispetto delle sue esigenze e il desiderio di migliorare la sua qualità di vita. È quindi importante avere pazienza, empatia e adottare metodi che stimolino il movimento senza forzarlo.
Da questa esigenza chiave abbiamo delineato 5 consigli pratici da ricordare per affrontare questa situazione delicata, aiutando così il vostro caro a ritrovare la motivazione e la forza necessarie per alzarsi dal letto ogni giorno.
1. Comprendere i suoi sentimenti
Ascoltate con attenzione e rispetto, chiedendo delicatamente per quali ragioni non intende alzarsi dal letto. Potrebbe infatti provare dolore, stanchezza, o depressione; ma anche avere paura di cadere. In questo senso è fondamentale comunicare con lui, recependo le sue emozioni e mostrando empatia. Farlo sentire ascoltato e compreso è così il primo passo per aiutarlo a superare le difficoltà.
2. La gentilezza è la miglior forma di incoraggiamento
Cercate di superare le sue resistenze mettendolo a proprio agio. Incoraggiatelo ad avere fiducia nelle sue capacità e proponetegli piccoli obiettivi raggiungibili, da ampliare gradualmente, celebrando (se occorre) anche i più piccoli successi. In questo modo potrete aiutarlo a sentirsi motivato e a guadagnare sicurezza in se stesso.
3. Le potenzialità della comunicazione empatica
Avvicinatevi e ponetevi con calma e serenità, spiegando con parole semplici ciò che vuole fare, ma sempre chiedendo la sua collaborazione. Evitate di trattarlo come un “paziente”, ma piuttosto come una persona a cui tenete profondamente. Un tono di voce rassicurante, un sorriso gentile e un atteggiamento rilassato possono fare molto per ottenere la sua fiducia e collaborazione, facendolo sentire rispettato e valorizzato.
4. Stimolatelo con attività di suo interesse
Coinvolgetelo in attività che possano interessarlo e che siano compatibili con le sue condizioni di salute. Gli hobby e gli interessi possono infatti contribuire a stimolare la sua mente, migliorare l’umore e ridurre il suo senso di solitudine. Proponete attività come lavori manuali, giocare a carte, coccolare un animale da compagnia o organizzare una videochiamata con amici e familiari. Questi momenti di svago possono aiutarlo a sentirsi più attivo e partecipe.
5. Promuovete la sua autoefficacia
Aiutarlo a sentirsi capace e indipendente, sostenendo la sua percezione di autoefficacia, è importantissimo. Ricordate che ogni piccolo passo avanti è fondamentale: lodatelo per ogni progresso e incoraggiatelo a credere nelle sue capacità di affrontare nuove sfide. Sentirsi utile e in grado di contribuire, anche nelle piccole cose, può infatti avere un grande impatto sulla sua autostima e sul desiderio di continuare a muoversi.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione