La possibilità di pedalare non ha età, dato che la capacità di andare in bici, appresa da bambini, non si perde. Ma montare in sella da anziani è più un rischio o un vantaggio?
Per valutare i pro e i contro abbiamo chiesto l’aiuto del professor Giovanni Tredici, a lungo docente di Neuroanatomia all’Università di Milano Bicocca, ma soprattutto da 31 anni responsabile dell’assistenza medica al Giro d’Italia: “L’attenzione va posta soprattutto ai riflessi, che decadono col tempo, e all’equilibrio, che può risultare compromesso da problemi fisici di varia natura. Se un anziano comincia a cadere in casa, ovvio che sia bene evitargli la bicicletta. Ma per chi ha una discreta autosufficienza la bici ha il merito di mantenere il trofismo muscolare e la tonicità fisica, contrastando efficacemente la sedentarietà tipica della terza età e che possiamo considerare una patologia per gli effettivi nocivi che produce”.
Che modello di bici preferire e quali accorgimenti avere?
“Quella a cui si è abituati. Va invece fatta particolare attenzione alla regolazione della sella, che molti tengono troppo bassa. Stando a quello che vedo in giro, alcuni anziani pedalano malissimo, fanno sforzi inutili. Aggiungo poi che i modelli da donna vanno bene appunto per le signore che vi sono abituate e per chi ha una mobilità articolare molto ridotta, altrimenti la versione con la canna è da preferire”.
A cosa fare più attenzione?
“Può sembrare una risposta banale, ma soprattutto alla velocità, specie se si fa parte di quei tanti appassionati che anche ormai in là con gli anni continuano a uscire con la bici da corsa. Bisogna sempre considerare che, anche se la forma fisica è ancora buona, i riflessi non sono comunque più quelli di un tempo… Andare in bici fa bene, andarci in situazioni protette è l’ideale: il consiglio è anche quello, se possibile, di trovare percorsi meno affollati e lontano dalle auto, in cui i rischi siano ridotti”.
Quanto all’uso del casco?
“Va sempre messo. Ancora di più se un anziano porta il nipotino sul seggiolino: casco per il nonno e per il piccolo, mi raccomando!”.
La bici elettrica può essere una valida soluzione per gli “over”?
“È una grande invenzione per tutti, in particolare per chi ha un’età che sconsiglia gli sforzi prolungati. La pedalata assistita ha però senso se la si usa quando occorre, soprattutto in salita, altrimenti non si fa più alcuna attività fisica. E a quel punto è meglio un motorino”.
Quando la bici va vietata o comunque limitata all’anziano?
“Quando compaiono quei segnali di declino cognitivo per cui il soggetto decide di fare cose impensate, mai fatte prima, dimostrando di non avvertire il limite delle sue capacità. Non sono sfide, è mancanza di consapevolezza: i familiari devono allora coglierla e intervenire di conseguenza. Diverso è invece il caso dei lievi declini sensoriali: la sordità e la vista ridotta vanno tenuti d’occhio, senza però allarmismi e senza che debbano per forza togliere il piacere della pedalata all’anziano”.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione