Se da bambini le vitamine sono indispensabili per la crescita, da anziani sono invece necessarie per mantenere in salute l’organismo. “In molti casi si verifica però un deficit nella terza età”, avverte la dottoressa Diana Scatozza, medico nutrizionista a Milano, presidente dell’Associazione “Qui e Allora – Curare e Prendersi cura” ed esperta del settimanale Starbene. “Con il passare degli anni le preferenze alimentari, sia per un cambiamento dei gusti sia per problemi di masticazione, si spostano infatti più verso i vegetali e i cereali, penalizzando il consumo di carne, con relativa eccezione per il pesce e i formaggi freschi. Si ha allora un insufficiente apporto dalla dieta di vitamine, soprattutto del gruppo B, nello specifico la B12, la B6 e la B9, ovvero l’acido folico. Tra l’altro, ci sono studi che correlano questa carenza con i deficit di memoria e le malattie a essa correlate, a partire dalla demenza senile”.
Come si può ovviare a questa mancanza?
“Sicuramente ricorrendo a un integratore. Il suggerimento è però quello di non prenderne uno multivitamico, ma di preferire un prodotto “mirato” con vitamine del gruppo B, capace di apportare quasi il 100% del valore specifico di riferimento. A tavola può invece essere inserita, o magari proposta da un eventuale care-giver, la carne sotto forma di hamburger di tacchino o di pollo: contiene appunto vitamine del gruppo B, richiede una ridotta masticazione ed è per di più di facile digestione”.
A quali altre carenze vitaminiche occorre fare attenzione?
“Il secondo problema degli anziani è che si muovono poco e stanno poco tempo all’esterno: ecco quindi esserci anche il rischio di una carenza di vitamina D, che è attivata nell’organismo dall’esposizione alla luce solare. In questo caso il deficit è correlato a un aumentato rischio di osteoporosi, già presente negli anziani per la scarsa attività fisica. Inoltre, le ricerche hanno evidenziato che esiste una forte correlazione tra la carenza di vitamina D e una minore risposta del sistema immunitario, cioè di difesa dell’organismo. Anche in questo caso può quindi essere opportuno reintegrare dopo essersi consultati con il medico curante: ci sono prodotti farmacologici a base di vitamina D, anche in associazione con la vitamina A (fondamentale per la salute della vista e della pelle), che può essere opportuno assumere”.
Ci sono anche cibi da preferire nella dieta per assicurarsi le vitamine necessarie?
“Certamente, a partire dal latte, che tra l’altro oggi è disponibile in infinite versioni: essendo fondamentalmente grasso all’origine, contiene vitamina A, una piccola quantità di vitamina D e anche – come noto – una buona dose di calcio, un minerale fondamentale per l’osteoporosi. Sì anche ai suoi derivati morbidi, come ricotta, crescenza e altri formaggi freschi, che gli anziani amano perché non richiedono praticamente masticazione. Un altro alimento consigliato, al di là della problematica legata al colesterolo, è l’uovo, il cui tuorlo è appunto ricchissimo di vitamina A e D”.
Che dire invece della vitamina C, considerata in passato un vero toccasana?
“Che è stata in effetti molto ridimensionata rispetto al suo effetto sul sistema immunitario a vantaggio invece della vitamina D. Per esempio, una delle teorie è che in inverno le infezioni virali e batteriche siano più frequenti per la riduzione di quest’ultima nell’organismo in seguito alla diminuzione dell’esposizione alla luce solare. In ogni caso, la vitamina C rimane comunque un potente antiossidante, come tale d’aiuto nella terza età per contrastare gli effetti dell’invecchiamento. Qui però c’è un rischio minore di deficit negli anziani, che generalmente amano la frutta e quindi la assumono soprattutto attraverso arance, mandarini, kiwi”.
Redazione Peranziani.it