“Da ragazzo ero tra i migliori, ma in Toscana, dove c’erano campi di bocce in ogni paese, era più semplice, giocavano tutti, a tutte le età. Poi, dopo le grandi soddisfazioni in bicicletta, ho ritrovato le bocce a 50 anni, come passatempo e qualcosa in più”. Esordisce così Franco Bitossi, indimenticato “cuore matto” del ciclismo, campione nelle corse di un giorno, oggi 78enne, agricoltore sino all’età della pensione, dalle parti della sua Pistoia. Delle bocce è un convinto assertore, soprattutto per chi ha una certa età: “A meno che una persona abbia problemi seri di schiena, di articolazioni, oppure di equilibrio, è un gioco che fa benissimo, tiene in esercizio. Cammini avanti e indietro, certo devi chinarti spessissimo ma proprio la costanza di movimenti non ti espone a guai, sei abituato a farlo con armonia. Di recente un campione italiano è rimasto fermo quattro mesi per uno stiramento, ma gli incidenti sono davvero limitatissimi”.
Consigli per chi gioca a bocce ed è ormai abbondantemente negli “anta”?
“Limitarsi al gioco di accosto, perché bocciare alla raffa (al volo, ndr) in un campo di 28 metri di lunghezza è un gesto atletico che si riserva a chi ha forza oltre che destrezza. Per tutti, agonisti e non, è un gioco di concentrazione, di attenzione, di calcolo delle pendenze, perché i terreni sono strani, viste le irregolarità. Spesso in salita e quindi in discesa al ritorno, con leggere gobbettine lungo il campo. Bisogna conoscerli i terreni di bocce, non ce n’è uno uguale all’altro”.
Può illustrarci le caratteristiche che fanno di un giocatore un abile “puntista”?
“Coordinazione, innanzitutto, e grande concentrazione, oltre a elasticità di movimenti. Chi gioca l’accosto è solitamente impassibile, non si guarda intorno, non dice una parola: per intendersi con il compagno gli basta uno sguardo. Chi ha avuto dimestichezza con il biliardo ha più facilità ad approcciare le bocce. Chi ha giocato a stecca o boccine (o boccette, dipende dai territori) è facile che si trovi bene. I grandi campioni con la stecca sono diventati ottimi bocciofili, c’è corrispondenza fra i due sport”.
Dopo i successi nel ciclismo, Lei è stato anche campione italiano categoria D nelle bocce…
“Sì, ho vinto tra gli Over 60 e una volta sono arrivato terzo, a squadre, in categoria C. Lo scorso anno abbiamo giocato in categoria B, ma siamo retrocessi e il mio socio non vuole più gareggiare. Vorrà dire che potrei smettere, anche se mi dispiacerebbe un po’”.
Conferma che è uno sport per tutti anche dal punto di vista economico?
“Per passatempo costa poco: giocare tutto l’anno va dai 100 ai 150 euro per l’iscrizione alla bocciofila, che garantisce la copertura assicurativa. Poi ti serve solo un comodo paio di scarpe da ginnastica, il vestiario è normale. Per fare le gare serve invece un abbigliamento più tecnico e poi bisogna aggiungere i costi delle trasferte, che sono a tuo carico. Ma l’agonismo non è obbligatorio”.
Ok anche dal medico
“Il certificato medico di sana e robusta costituzione non serve per giocare”, precisa il dottor Michelangelo Giampietro, medico della Federbocce, “perché i rischi sono molto relativi, dal momento che le bocce non sottopongono a sforzi e stress. Lo consideriamo uno sport tipico degli over 65 perché tiene in esercizio il fisico e dà benessere alla mente, oltre a facilitare la socializzazione. E’ paragonabile alla ginnastica dolce e per questo, per gli uomini come per le donne, non ha controindicazioni in presenza di una condizione fisica accettabile”.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione