Quella del caregiver familiare è oggi giorno una figura di rilievo nell’ambito dell’assistenza ai cari affetti da disabilità di grave entità. Un ruolo ancora non pienamente riconosciuto in Italia nell’ambito dell’assistenza domiciliare, ma che comunque può accedere a tutele e diritti che rispondono pienamente alla bontà del suo operato all’interno della quotidianità.
Esistono infatti numerosi aspetti di cui occorre tenere in considerazione. Sia dal punto di vista burocratico che umano. Da qui nasce l’esigenza di questo approfondimento, attraverso il quale esploreremo le tutele giuridiche e lavorative, ma anche gli oneri che circondano il caregiver familiare, tenendo conto a dei requisiti e delle certificazioni indispensabili a ricoprire tale ruolo, ma anche delle specifiche relazioni di parentela.
Chi è il caregiver familiare?
Un vero e proprio punto di riferimento nella vita di chi è in difficoltà. Di chi è il caregiver familiare, come fare domanda, e quanto sia importante la sua figura ne avevamo infatti già parlato qui. Si tratta di un familiare o congiunto che segue e presta le cure durante la quotidianità, ma senza alcuna forma retributiva, ad una persona incapace di piena autonomia, cioè, impossibilitata a svolgere attività quotidiane a causa di disabilità, patologie o semplicemente per l’età avanzata. Una figura che si contraddistingue per valori come sensibilità, determinazione e competenza, poiché si impegna quotidianamente nella cura del proprio assistito, oltre a gestire le faccende domestiche e spesso anche i propri impegni lavorativi, svolgendo un ruolo di estrema importanza per il benessere dell’unità familiare. Per questa ragione a lui viene attribuito gran parte del merito nell’assicurare una buona qualità di vita del paziente nel contesto abitativo, ma anche il supporto morale e la somministrazione di medicine e ovviamente dei pasti.
Caregiver familiare requisiti diritti e tutele
Ancora oggi esistono per il caregiver familiare requisiti imprescindibili per poter accedere ai diritti e alle tutele regolamentate dalle normative. Tutto questo nonostante attualmente non esista nel nostro Paese un riconoscimento per coloro che a tutti gli effetti svolgono un “lavoro di assistenza” verso un parente o una persona cara. Fatta questa premessa, i requisiti di caregiver familiare vengono sostanzialmente definiti attraverso la Legge 104 che tutela i diritti delle persone disabili, rivolgendosi tuttavia anche a chi si prende cura di loro. Tra i requisiti principali per accedere al riconoscimento di caregiver familiare, il più essenziale è sicuramente la certificazione di grave disabilità del soggetto assistito. Allo stesso tempo, il caregiver deve obbligatoriamente essere coniuge, parente, convivente o parte di un’unione civile fino al secondo grado di parentela, oppure, in situazioni specifiche, fino al terzo grado. Per quanto riguarda i diritti, invece, il caregiver ha il compito di prestare assistenza volontariamente, gratuitamente, in modo permanente e per un periodo continuativo. Il caregiver familiare può tuttavia beneficiare della legge 104/1992 anche di alcune agevolazioni lavorative, tra cui permessi e congedi. Ha in questo senso diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito, ma anche diritto al congedo retribuito fino a 2 anni da poter fruire anche in modalità frazionata. Inoltre, il caregiver familiare non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede, e ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.
Caregiver familiare come fare domanda
Per ogni potenziale caregiver familiare come fare domanda spesso risulta un aspetto abbastanza intricato, in quanto occorre ottenere due riconoscimenti indispensabili attraverso l’INPS. Il primo è una certificazione sanitaria che, come detto, attesti la disabilità grave dell’assistito. Il secondo, invece, presuppone di dover presentare la stessa al proprio datore di lavoro per accedere ai permessi di congedo funzionali a svolgere questa professione a tutti gli effetti.
Disabilità gravissima cosa si intende?
Un tema attualmente di particolare ricorrenza, soprattutto in merito all’assegno di cura e contributo caregiver familiare per disabilità gravissima, è proprio capire per disabilità gravissima cosa si intende. Nel nostro Paese rientrano in questa categoria tutte le persone beneficiarie dell’indennità di accompagnamento, o comunque definite “non autosufficienti”, che stazionano in condizione di coma, Stato Vegetativo, Stato di Minima Coscienza, oppure dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa. Rientrano poi nell’ambito della disabilità gravissima anche persone con grave o gravissimo stato di demenza, e con gravissima compromissione motoria da patologia neurologica o muscolare.
Assegno di cura e contributo caregiver familiare per disabilità gravissima
Chiunque ricopra il ruolo di sensibile punto di riferimento per un proprio caro ne ha sentito parlare, ma che cos’è concretamente l’Assegno di cura e il contributo caregiver familiare per disabilità gravissima? L’assegno di cura ha un importo che è graduato in base all’ISEE socio sanitario, varia dai 500 agli 800 euro mensili e viene erogato mediante bonifico bancario in favore della persona assistita in forma indiretta. Il contributo, invece, è un assegno una tantum, finalizzato a sostenere il lavoro di cura e assistenza garantito dai caregiver familiari di persone con gravissima disabilità per un importo che può variare a seconda delle istanze regionali da un minimo di 400 euro ad un massimo di 700. Attraverso questa importante misura viene riconosciuto un contributo al caregiver familiare che, volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona non autosufficiente. Il contributo è inoltre allo stesso tempo cumulabile con altre indennità di accompagnamento e con la pensione. Per questo motivo l’Assegno di cura e contributo caregiver familiare per disabilità gravissima rappresenta un riconoscimento funzionale per il caregiver familiare che ogni giorno accompagna all’interno della quotidianità il proprio assistito.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione