All’inizio di settembre su 35.563 casi di pazienti deceduti e positivi al Covid, l’età media era di 80 anni (Fonte: Istituto Superiore di Sanità ISS). Dati significativi, che ci portano a considerare in che modo l’attuale pandemia ha influito sul modo in cui affrontiamo l’età e l’invecchiamento. E sarà proprio questo il fil rouge della 30^ Giornata Internazionale degli Anziani del prossimo 1° ottobre. Un importante momento di riflessione, che vedrà fra i suoi protagonisti la Fondazione Valter Longo Onlus, la prima fondazione in Italia dedicata a favorire la longevità sana attraverso l’educazione alimentare nelle scuole ed il sostegno alle persone fragili e in difficoltà – bambini e adulti in povertà- nella prevenzione e cura di gravi malattie.
“Garantire la salute delle persone deve significare, oggi più che mai, non tanto curare le malattie, ma contrastarle ed evitarle nel corso della vita. La longevità sana, tema promosso dalla nostra Fondazione, è la risposta più concreta, ma è troppo spesso sottovalutato”, dichiara Antonluca Matarazzo, Direttore Generale della Fondazione. “Per un paese nel quale vivono più di 7 milioni di anziani, dei quali 4 su 10 con 3 o più malattie croniche, diventa prioritario poter garantire condizioni di salute che permettano un sano invecchiamento, soprattutto quando emergenze sanitarie sconosciute come il COVID-19 rendono le persone anziane più vulnerabili, più fragili, più esposte. Per tale motivo questa giornata è ancora più significativa”.
“Quando pensiamo a combattere il Covid-19 ci vengono subito in mente mascherine, vitamina C e succo d’arancia, ma non l’invecchiamento e le malattie associate all’Aging”, prosegue Romina Inès Cervigni, Responsabile Scientifico della Fondazione. “Eppure l’invecchiamento cellulare e il declino del sistema immunitario giocano un ruolo decisivo nella maggior vulnerabilità al virus delle persone anziane”.
Il diritto ad una vita lunga e sana
Offrire a tutti l’opportunità di una vita lunga e sana: ispirato da questo mantra, Valter Longo, biogerontologo di fama internazionale e filantropo, ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome. Una Onlus con la missione di rallentare l’invecchiamento e combattere l’insorgenza di importanti patologie correlate all’avanzare dell’età o non trasmissibili, quali tumori, diabete, obesità, malattie cardiovascolari e autoimmuni, Alzheimer e molte altre ancora. Una vera e propria “longevità programmata”, basata su una strategia biologica evoluta attraverso strategie di protezione e rigenerazione, a partire da stile di vita, dieta e digiuno.
Il Decalogo della Longevità
“Lo stile di vita salutare e la corretta nutrizione sono le armi più potenti che abbiamo a disposizione per programmare il nostro organismo ad una longevità sana, rallentando il decadimento cellulare e favorendo una migliore risposta immunitaria alle malattie”, prosegue Romina Inès Cervigni, Responsabile Scientifico. Quella della Longevità non è soltanto una dieta, ma un vero e proprio stile di vita, basato su alcune regole guida elaborate dal Team di nutrizionisti di Fondazione Valter Longo Onlus, che dovrebbero diventare parte integrante della routine quotidiana:
• Dieta pescetariana:
privilegiare alimenti di origine vegetale e inserire il pesce nel menù al massimo due o tre
volte alla settimana, evitando quello con alto contenuto di mercurio. E ancora: dopo i 65-70 anni introdurre più pesce, frutta e qualche alimento di origine animale, come latticini e uova per prevenire il dimagrimento e la perdita di massa muscolare.
• Proteine quanto basta:
è consigliabile consumare almeno 0,7/0,8 g di proteine al giorno per chilo corporeo, facendo attenzione ad aumentare questo quantitativo dopo i 65-70 anni come indicato al punto 1.
• Semaforo verde per grassi insaturi e carboidrati complessi:
mai far mancare a tavola i grassi insaturi buoni, a partire dall’olio d’oliva fino alla frutta a guscio e al pesce, e i carboidrati complessi, come quelli che si trovano nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure. Inoltre, va ricordato che la frutta è una fonte di zuccheri semplici e va quindi assunta con moderazione.
• Variare il menù:
variare il più possibile le fonti nutritive in modo che la dieta apporti, in quantità adeguate, proteine, acidi grassi essenziali (omega-3, omega-6), minerali,
vitamine e anche zuccheri, che nella giusta misura sono necessari per le cellule.
• Mangiare alla tavola dei propri antenati:
l’ideale è scegliere i cibi che erano presenti sulle tavole dei nonni e bisnonni. Qualche esempio? Preferite i legumi – fave, lenticchie, ceci, lupini – oppure i cereali – orzo, grano, farro, miglio, segale e sorgo, che potrete utilizzare anche per la preparazione di minestre.
• Fare due pasti al giorno più uno spuntino:
questa indicazione è per i soggetti che devono perdere peso. In persone normopeso e con circonferenza addominale non è elevata, è possibile fare tre pasti e uno spuntino.
• Ridurre l’arco temporale dei pasti:
cercare di limitare l’arco temporale in cui si consumano i pasti a 12 ore al giorno. Se, per esempio, si finisce di cenare alle 20.00 la colazione andrebbe consumata dalle 8.00 in poi.
• Diete Mima-Digiuno prolungate e periodiche:
la Dieta Mima-Digiuno è il risultato degli studi clinici del Professor Longo sulla correlazione tra restrizione calorica mediante l’assunzione di una specifica combinazione di macronutrienti per “mimare” il digiuno, e processo di rallentamento dell’invecchiamento cellulare. Si basa sull’assunzione di un menù vegetale, non percepito dall’organismo come “cibo”, che aiuta le cellule a riposare, consentendone la rigenerazione e il ringiovanimento dall’interno. La dieta va seguita sotto la supervisione del nutrizionista e del medico.
• Quella della Longevità non è soltanto una dieta, ma uno stile di vita
• Mantenere un peso ed una circonferenza addominale idonei:
idealmente meno di 90 cm per gli uomini e meno di 75 cm per le donne.
Redazione Peranziani.it