Articolo in collaborazione con Io Sano.

Cos’è la disfagia

La disfagia, ovvero la difficoltà nel deglutire cibi solidi o liquidi, è un disturbo che colpisce una significativa percentuale di anziani, con stime che indicano che circa il 45% delle persone oltre i 75 anni ne soffra. Questa condizione può derivare da diverse cause, tra cui alterazioni anatomiche (disfagia meccanica) o lesioni neurologiche (disfagia neurologica). I sintomi più comuni includono difficoltà nel deglutire, tosse durante i pasti, perdita di peso inspiegabile e frequenti episodi di polmonite.

La fisiologica modalità di deglutizione nell’anziano viene definita presbifagia primaria o gerontofagia; essa comprenda un insieme di modificazioni che, mantenendosi un equilibrio fisiologico, garantiscono un’adeguatezza della deglutizione, quali: turbe della sensibilità, ridotta secrezione salivare, alterazioni della masticazione, ridotta forza muscolare e aumento della durata di tutte le fasi della deglutizione.

Tale meccanismo fisiologico può compromettersi a causa dell’insorgenza di malattia, portando come conseguenza alla disfagia. Come definito in precedenza, la disfagia è un’alterazione dei processi di deglutizione che diventa tanto più impattante nell’anziano. Infatti, con riferimento ad alcuni dati epidemiologici, si stima che la disfagia orofaringea colpisca circa il 13% della popolazione dopo i 65 anni d’età con un aumento della percentuale al 50% o più nei soggetti anziani ospedalizzati o in RSA.

Cause della Disfagia nell’Anziano

Le cause della disfagia negli anziani possono essere molteplici e spesso sono legate a condizioni cliniche preesistenti. Tra queste, di maggiore rilevanza epidemiologica si evidenziano: malattie neurologiche (ictus, M. di Parkinson, sclerosi multipla, distrofie muscolari, traumi cranici, SLA, demenza, etc.), neoplasie e malattie del distretto cervico-cefalico o dell’esofago.

Sintomi da Monitorare

Esistono numerosi “campanelli d’allarme” che possono indicare la presenza di una difficoltà nella deglutizione ai quali è necessario prestare attenzione.

Quali sono dunque i sintomi più comuni della disfagia nell’anziano e cosa includono?

● Difficoltà nel deglutire.
● Tosse durante o dopo i pasti.
● Sensazione di cibo in gola
● Modificazioni nella voce durante i pasti
● Aumento della durata dei pasti
● Perdita di peso inspiegabile.
● Febbricole ricorrenti (circa 37/37,5 tp) dopo i pasti senza causa apparente
● Abbondanti secrezioni polmonari senza causa apparente

Riconoscere tempestivamente i sintomi della disfagia è cruciale per un’azione precoce e per prevenirne le complicanze.

Gestione Nutrizionale e Soluzioni Innovative

Come specificato in precedenza, una corretta gestione dell’alimentazione nei pazienti disfagici è fondamentale per prevenire complicanze come malnutrizione, disidratazione e infezioni respiratorie. Adattare i pasti in base alle capacità di deglutizione di ciascun paziente è uno dei passi importanti per raggiungere questo scopo: di norma nell’indicazione dei pasti adattati si preferiscono consistenze morbide, omogenee, e bevande a maggiore densità.

Oggi esistono soluzioni pratiche e sicure che facilitano l’alimentazione quotidiana anche nei casi più complessi. Tra queste, si distinguono i servizi proposti da Io Sano®, pensati proprio per rispondere ai bisogni nutrizionali delle persone fragili.

Soluzioni pratiche per la disfagia:

  • RistoSano® il menù per i pazienti disfagici: una soluzione che permette la preparazione di piatti omogenei nutrienti e sicuri, garantendo varietà e qualità organolettica, facilitando la deglutizione e migliorando l’apporto
  • BevoSano® idratazione per i pazienti disfagici: un sistema integrato per l’idratazione dei pazienti disfagici, che include bevande gelificate e soluzioni specifiche per garantire un’adeguata assunzione di liquidi in sicurezza.

Soluzioni come queste non solo migliorano la qualità della nutrizione, ma riducono i rischi legati alle difficoltà di deglutizione, aiutando a mantenere qualità, benessere e sicurezza nel momento del pasto.

Per un uso corretto, consultare sempre il medico o il nutrizionista.