La glicemia alta non è altro che la concentrazione di glucosio nel sangue, insomma, lo specchio di quanto zucchero abbiamo nel nostro sangue. Una patologia da gestire e seguire con attenzione soprattutto negli anziani dato che potrebbe portare allo sviluppo del diabete, di tipo 2, con conseguenze quindi molto più gravi.
Tutti sanno che principalmente la glicemia alta è legata alla nostra alimentazione, troppo spesso sregolata ed eccessiva in zuccheri e carboidrati. Ma è proprio dalla tavola che si può e si deve intervenire «senza fare rinunce – come spiega la Dottoressa Sara Quartucci, nutrizionista, farmacista e personal trainer – perché il segreto è l’equilibrio nei pasti»
Glicemia alta cosa mangiare
Se un anziano ha già una situazione di glicemia alta in essere deve innanzitutto fare delle scelte.
«Servono alimenti – spiega la dottoressa Quartucci – a basso indice glicemico, cioè cibi che non provocano i picchi di glicemia che poi portano ad un livello fuori dalla norma. Attenti quindi alla pasta con farina bianca, il pane senza però arrivare al no pasta, no pane. Basta scegliere farine integrali o altri cereali facilmente reperibili sul mercato e che sono ricchi di fibre (quinoa, grano saraceno, farro). Anche nel riso, meglio il basmati a quello tradizionale».
Dieta per glicemia alta
Nella dieta bisogna quindi ricordarsi che la parola d’ordine è equilibrio.
«Bisogna soprattutto modulare il carico glicemico nell’arco dell’intera giornata. Bisogna in ogni pasto quindi inserire oltre alla porzione di carboidrati anche una di proteine, che siano animali o vegetali ed una bella porzione di verdure che non deve mai mancare perché è proprio grazie alla presenza di fibre che il corpo riesce a modulare l’ingresso di glucosio nel sangue evitando appunto i picchi di cui abbiamo parlato. La regola del 40-30-30 (carboidrati, proteine, grassi) è quella che andrebbe sempre seguita».
Per capire se abbiamo davvero trovato un equilibrio nel nostro pasto basta una semplice accortezza. La pesantezza una volta lasciata la tavola o la sensazione di stanchezza (il classico abbiocco post pasto) significano che abbiamo esagerato.
«L’abbiocco è proprio legato allo sbalzo glicemico. Bisogna quindi variare e modulare. Senza dimenticare un buon cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, che è un grasso buono. Queste sono regole che andrebbero seguite da tutti, a prescindere».
L’equilibrio va poi trovato non solo all’interno del singolo pasto ma anche nell’intera giornata alimentare. Colazione, pranzo e cena, vanno gestite insieme. Dire ad esempio che mangio i carboidrati a pranzo e solo proteine a cena è sbagliato. La ricetta migliore resta quindi la completezza».
Glicemia alta cibi da evitare
In una filosofia di nutrizione che tende ad evitare divieti c’è però una cosa che andrebbe tolta.
Parliamo degli alcolici. «Le bevande alcoliche contengono zuccheri e quindi sono dannose, inoltre aumentano anche le calorie. Quindi nel complesso meglio dire dino. Ma, di certo, il classico bicchiere di vino rosso che siamo abituati a mettere a tavola non è certo un problema».
Frutta e glicemia
«La frutta è un carboidrato e contiene importanti dosi di zuccheri semplici ma non complessi. Non vanno quindi evitati ma non è nemmeno corretto il dire “via libera a tutta la frutta che voglio”.
Due porzioni di frutta al giorno da 150 grammi l’una sono perfette. Da evitare invece i succhi di frutta perché sono spesso ulteriormente zuccherate e soprattutto non contengono le fibre che contro la glicemia sono un’arma fondamentale. Si dice spesso che nella frutta siano da evitare cachi, fichi e banane, prodotti ricchi di zuccheri.
La mia filosofia di lavoro è diversa. Nulla è da vietare, bisogna però mangiare con il giusto equilibrio».
Redazione Peranziani.it