Ipoacusia cos’è, quali sono i sintomi e come si cura

Che cos’è l’ipoacusia
11 Ottobre 2024

Per tutti coloro che si occupano a 360° della cura di un proprio caro, sapere cos’è l’ipoacusia e come si possa curare rappresenta già un ottimo punto di partenza per prevenirla. 

Parliamo infatti di un disturbo che influisce sulla capacità di sentire correttamente e che si manifesta in particolar modo tra le persone anziane, spesso in modo subdolo. Questo problema uditivo, che può comparire gradualmente o improvvisamente, è inoltre frequentemente confuso con altre condizioni come la semplice difficoltà di concentrazione, l’invecchiamento o addirittura problemi legati all’attenzione. Senza dimenticare che a volte i sintomi sono così lievi o progressivi che sfortunatamente vengono sottovalutati, rendendo così difficile identificare tempestivamente la causa del problema

Per questa ragione all’interno di quest’articolo esploreremo nel dettaglio che cos’è l’ipoacusia, quali sono i campanelli d’allarme da tenere monitorati e, soprattutto, come è possibile trattarla, offrendo una guida pratica che possa rendervi più consapevoli e pronti a intervenire per il benessere di chi vi circonda.

Che cos’è l’ipoacusia e chi può colpire?

Che cos’è l’ipoacusia? Si tratta di una condizione caratterizzata dalla riduzione della capacità uditiva, che può variare da una lieve difficoltà a percepire i suoni fino alla perdita completa dell’udito. Può colpire persone di tutte le età, anche se è particolarmente diffusa tra gli anziani a causa dei processi naturali di invecchiamento. Tuttavia, non riguarda esclusivamente gli anziani: può presentarsi anche in persone più giovani a causa di fattori come l’esposizione prolungata a rumori forti, infezioni, traumi o malattie ereditarie.

Fare confusione non è difficile, poiché questa patologia si manifesta in diverse forme, dall’ipoacusia neurosensoriale, legata a danni all’orecchio interno o al nervo acustico, all’ipoacusia conduttiva, causata da problemi nell’orecchio esterno o medio che impediscono la corretta trasmissione del suono. 

Per questa ragione riconoscerla è essenziale per prevenire ulteriori peggioramenti e migliorare la qualità della vita. Possibilmente partendo dalla differenziazione tra ipoacusia e acufene.

Ipoacusia e acufene, quali sono le differenze?

L’ipoacusia e l’acufene sono spesso confuse; tuttavia, si tratta di due condizioni molto diverse. L’ipoacusia, come abbiamo visto, si traduce in una riduzione della capacità uditiva. L’acufene, invece, è un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni inesistenti, come fischi, ronzii o fruscii, che la persona avverte anche in assenza di stimoli sonori esterni. Sebbene possano coesistere, l’acufene non è sempre indicativo di una perdita uditiva. 

Le due condizioni, come detto, possono essere presenti contemporaneamente, soprattutto negli anziani o in chi è stato esposto a rumori intensi per lunghi periodi, ma è importante distinguerle per trattarle correttamente. Soprattutto perché in alcuni casi, chi soffre di acufene può non avere difficoltà uditive, ma viceversa, molti soggetti con ipoacusia possono anche sperimentare acufene.

Cosa si intende invece per ipoacusia improvvisa?

Fare confusione è dunque molto facile, soprattutto perché a volte si inserisce anche il concetto di “ipoacusia improvvisa”. 

L’ipoacusia improvvisa è di fatto una forma di perdita uditiva che si manifesta rapidamente, spesso in poche ore o giorni. Questo tipo di ipoacusia può essere particolarmente allarmante, poiché arriva senza preavviso e colpisce solitamente un solo orecchio. La causa esatta dell’ipoacusia improvvisa non è sempre chiara, ma può essere legata a infezioni virali, problemi circolatori o traumi acustici.

Perché deve essere monitorata con ancora più attenzione? Generalmente questa condizione è considerata un’emergenza medica, poiché un trattamento tempestivo può fare la differenza tra un recupero completo o una perdita uditiva permanente. Ecco perché, se si sperimentano improvvise difficoltà uditive, è fondamentale evitare di curarsi da sé, rivolgendosi immediatamente a uno specialista per valutare la situazione e iniziare il trattamento il prima possibile.

Sintomi dell’ipoacusia: quando prontezza e spirito di osservazione fanno la differenza

La misura comune che emerge da quanto scritto fino a questo momento è senza dubbio l’importanza di riconoscere correttamente e prontamente i sintomi dell’ipoacusia, i quali possono essere subdoli e manifestarsi gradualmente, rendendo difficile identificarli con semplicità. Spesso, chi ne soffre tende a non accorgersene, mentre sono piuttosto i familiari o le persone vicine a notare i primi segnali:

– Difficoltà a seguire conversazioni in ambienti rumorosi o in gruppi, specialmente quando parlano più persone contemporaneamente.
– Richiesta frequente di ripetere ciò che è stato detto.
– Aumento del volume di televisori o radio, senza che la persona se ne renda conto.
– Percezione alterata dei suoni, come se fossero distorti o attutiti.
– Problemi nella localizzazione dei suoni, cioè difficoltà a capire da dove provengano i rumori.

Ne consegue che avere prontezza e spirito di osservazione può fare realmente la differenza. Se si notano questi sintomi nei propri cari, è quindi importante agire senza esitazione, consultando un audiologo o un otorinolaringoiatra, evitando così che la situazione peggiori ulteriormente. 

Come si cura l’ipoacusia?

Giungiamo quindi alla parte conclusiva di questo approfondimento, rispondendo al quesito più gettonato, ossia come si cura l’ipoacusia. Occorre però partire dal presupposto che la perdita uditiva può essere temporanea e risolvibile attraverso cure mediche, mentre in altri casi può essere necessaria una soluzione a lungo termine

Quando la perdita uditiva è permanente, la soluzione più comune risiede nell’uso di apparecchi acustici. Questi dispositivi, progettati per amplificare i suoni, possono aiutare chi soffre di ipoacusia a migliorare sensibilmente la propria capacità di ascolto, rendendo più facile la gestione della vita quotidiana. 

In alcuni casi, specialmente quando si tratta di ipoacusia conduttiva causata da ostruzioni o malformazioni, può invece essere necessario un intervento chirurgico. Questo tipo di operazione mira a ripristinare la funzione uditiva intervenendo direttamente sulle strutture compromesse dell’orecchio, con l’obiettivo di migliorare o addirittura risolvere completamente il problema. Per le forme più gravi di ipoacusia neurosensoriale, gli impianti cocleari rappresentano una tecnologia avanzata ed efficace: questi dispositivi elettronici funzionano bypassando le parti danneggiate dell’orecchio e stimolano direttamente il nervo acustico, offrendo una nuova speranza anche a chi ha perso l’udito in maniera significativa. 

In situazioni come l’ipoacusia improvvisa o quando la causa è un’infezione, invece, è possibile ricorrere a terapie farmacologiche, come i corticosteroidi. Questi farmaci vengono impiegati per ridurre l’infiammazione e migliorare il flusso sanguigno all’orecchio interno, aumentando così le possibilità di recupero.

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