Sordità negli anziani: diagnosi e trattamento

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2 Febbraio 2020

Una progressiva perdita dell’udito riguarda il 20% delle persone anziane, cioè che hanno superato i 65 anni e tale percentuale raddoppia se si guarda a chi ha più di 75 anni. Considerando l’allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione mondiale, la perdita dell’udito, sordità o, con termine tecnico, ipoacusia, interessa una larga fetta degli over 65, questo dovrebbe essere un dato da non sottovalutare. È  dunque importante accrescere la consapevolezza delle persone riguardo all’individuazione dei campanelli di allarme ed alle possibilità di trattamento. La presbiacusia, come più in generale l’ipoacusia, è infatti un problema di salute e come tale va considerata e trattata da medici specialisti competenti.

Perdita dell’udito: sintomi

Le prime avvisaglie che dovrebbero far sospettare che si sta verificando una diminuzione delle facoltà uditive sono: l’anziano non percepisce il campanello della porta o lo squillare del telefono; l’anziano chiede spesso che frasi o parole vengano ripetute più volte oppure si lamenta del fatto che chi interloquisce con lui parla a volume troppo basso e non si fa sentire. E spesso questi problemi vengono riferiti dai familiari dell’anziano piuttosto che dal paziente. Esiste infatti comunemente una forte reticenza dell’anziano a riconoscere le sue difficoltà, per eluderle o minimizzarle o, peggio, per rassegnazione. Questo può determinare un ritardo o l’assenza di una valutazione specialistica e del trattamento dell’ipoacusia. Se a questo si aggiunge il fatto che, purtroppo, il soggetto affetto da presbiacusia deve scontare difficoltà economiche o di gestione pratica delle procedure assistenziali, si capisce come in Italia nei due terzi dei casi l’anziano ipoacusico non acceda a cure adeguate ed efficaci.

L’ipoacusia dell’anziano riguarda inizialmente le percezione dei suoni acuti, per le frequenze alte, ma successivamente, oltre ad aggravarsi, si estende alle frequenze medie e basse, fino a condurre ad un significativo grado di disabilità. È giusto considerare che, però, il deterioramento dell’udito con il trascorrere degli anni non è un fenomeno sistematico e, nei singoli pazienti, intervengono fattori svincolati dall’età anagrafica, come quelli ambientali, quelli personali (il lavoro svolto, malattie concomitanti etc.) e, soprattutto, la familiarità: l’udito “invecchia” in alcune famiglie più che in altre.

Perdita dell’udito: come curarla

La presa in carico del paziente ipoacusico è delicata e lo specialista non deve tralasciare alcun elemento nella sua valutazione, come spiega il Professor Guido Conti, Audiologo, Docente dell’Università Cattolica, in servizio presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli – IRCCS di Roma e referente di Widex, azienda leader nella produzione di apparecchi acustici distribuiti a livello globale: “Una volta che il soggetto accede alle prime cure mediche è necessaria un’attenta valutazione clinica da parte dello specialista poiché i casi possono essere molto diversi e spesso risultano complessi da trattare. Infatti, i disturbi dell’udito che si verificano con l’avanzare dell’età possono non riguardare solo il calo dell’udito ma, nei casi di “presbiacusia centrale”, il danno del sistema nervoso può determinare un deficit nei processi di analisi e di elaborazione  del messaggio sonoro, di discriminazione del linguaggio. Per queste ragioni è fondamentale rivolgersi a centri specialistici di Audiologia (ed è spesso utile avere il supporto del Geriatra e del Neurologo) e non ci deve limitare ad una valutazione elementare. Il comune esame audiometrico rappresenta l’inizio di un percorso che, completato da altri accertamenti audiologici, conduce ad adeguati provvedimenti riabilitativi. Questi, osserva il prof. Conti, sono soprattutto i presidi medici, di tecnologia ormai estremamente avanzata ed un’ipoacusia di qualunque grado può essere affrontata e trattata con efficacia, anche nell’anziano, con le moderne protesi acustiche o, nei casi più gravi, con gli impianti cocleari.

La consultazione del medico in sedi competenti è, quindi, raccomandabile per trovare una soluzione adeguata, non solo per la sordità, ma anche per fronteggiare e prevenire l’isolamento sociale, la depressione e l’interferenza sfavorevole coi disturbi cognitivi, che la presbiacusia può determinare.

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