Partendo dall’osservazione che la popolazione anziana dell’India conta una minore incidenza di casi di Alzheimer rispetto alla media, da alcuni anni i ricercatori hanno puntato la loro attenzione sulla curcuma, tra gli ingredienti-base del curry (immancabile nei piatti della cucina di quel Paese), per individuarne eventuali benefici effetti sul cervello. Proprio come quelli evidenziati da un recente lavoro scientifico condotto all’Università della California e pubblicato sull'American Journal of Geriatric Psychiatry.
Più memoria, meno proteine “ a rischio”
Lo studio americano ha coinvolto 40 soggetti tra i 51 e gli 84 anni, non affetti da alcuna forma di demenza e senza patologie che potessero incidere sulle loro facoltà mentali: a 21 di loro sono stati somministrati 90 mg di curcumina (estratta appunto dalla curcuma) due volte al giorno per 18 mesi; ad altri 19 è invece stata fatta assumere una sostanza placebo. Il risultato? Il primo gruppo ha fatto registrare risultati del 28% migliori nei test di memoria proposti dai ricercatori, che hanno inoltre potuto constatare un miglioramento dell’umore nei soggetti che assumevano regolarmente curcumina. Ma non solo: specifici esami condotti nell’arco dei 18 mesi hanno infatti evidenziato che sempre gli appartenenti al primo gruppo presentavano inferiori livelli di proteine amiloidi e di proteina tau, che altri studi hanno messo in correlazione con l’Alzheimer in quanto capaci di danneggiare i neuroni e bloccare le sinapsi del cervello.
La curcumina e di conseguenza la curcuma sono dunque da considerarsi un aiuto a tavola per prevenire il decadimento cognitivo, anche se all’Università di California non sono stati in grado di stabilire a cosa si deve esattamente questo meccanismo di protezione. “Sospettiamo tuttavia che la benefica azione della curcumina possa essere collegata alla capacità di ridurre l'infiammazione cerebrale, una condizione che è stata collegata da altre ricerche sia alla malattia di Alzheimer sia alla depressione maggiore”, ha affermato il dottor Gary Small, primo autore dello studio.
Gli altri cibi per la memoria
“Le proprietà antinfiammatorie della curcumina, disponibile sul mercato anche come integratore per proteggere le articolazioni, sono state certificate da diversi studi ed è assai probabile che siano anche alla base dell’azione a favore della memoria evidenziata dalla ricerca americana”, commenta la dottoressa Diana Scatozza, medico nutrizionista, presidente dell’Associazione “Qui e Allora – Curare e Prendersi cura” a Milano ed esperta del settimanale Starbene. “La curcuma è inoltre una spezia che non ha alcuna controindicazione e può quindi essere tranquillamente inserita nella dieta, anche se il suo sapore deciso può renderla poco gradita agli anziani”. Che possono comunque puntare anche su altri cibi per aiutare la memoria: “Per funzionare al meglio i neuroni cerebrali devono mantenere nel tempo la loro elasticità, che dipende dalla flessibilità delle membrane cellulari formate da grassi e proteine”, prosegue la nostra esperta. “Ecco allora che per la salute e la funzionalità del cervello servono i grassi mono e polinsaturi (Omega 3, Omega 6) assicurati soprattutto da pesce, olio extravergine d’oliva e frutta secca. Preziose anche le uova per il loro contenuto in colina, una sostanza che si è visto essere essenziale per le membrane cellulari e per il funzionamento di alcuni neurotrasmettitori. Inoltre, poiché i processi biochimici (anche quelli necessari all’attività cerebrale) comportano negli anni un aumento della produzione di radicali liberi, responsabili della degenerazione di cellule e tessuti, non vanno dimenticate le vitamine dall’azione antiossidante come la C, la E e la A (clicca qui per sapere come assumerle nella terza età, ndr)”.
Infine, un alimento da non far mancare a tavola è il pomodoro: “E’ infatti ricchissimo di vitamina C, ma soprattutto contiene un potente antiossidante, il licopene, che ha la prerogativa di essere prodotto con la cottura, rendendo così perfetto il sugo per condire la pasta”, conclude la dottoressa Diana Scatozza.
Redazione Peranziani.it