Sempre più spesso le famiglie italiane ricorrono all’aiuto di un badante in casa per gestire un anziano malato o non più autosufficiente. Una presenza che modifica i rapporti familiari creando, spesso, non pochi problemi di gestione ed una tensione mai positiva
Come gestire il rapporto e quali errori evitare?
“Nel rapporto parente/badante – spiega la dott.ssa Emanuela Napoli, psicologa e psicosessuologa – è importante e possibile creare, senza avere comportamenti troppo confidenziali e poco professionali, un clima sereno e di aiuto reciproco.
Il rapporto da istaurare con la persona che accudisce il nostro caro deve necessariamente passare per un’iniziale raccolta di informazioni relative alla sua esperienza e sulle sue abitudini di vita. La fase della selezione e del periodo di prova sono quindi da effettuarsi con cura, affidandosi, se possibile, a specifiche agenzie di reclutamento di personale qualificato.
È buona prassi, poi, sottoscrivere un regolare contratto di lavoro. Questo consente una tutela reciproca delle parti e permette di gestire meglio il rapporto professionale, non lasciando nulla al caso, all’improvvisazione o a incomprensioni. Mantenere i giusti confini nel rapporto con un assistente familiare, infatti, può essere difficile: si tratta di una persona spesso lontana dai propri cari (che si trovano in un altro paese) che entra a tutti gli effetti a far parte della famiglia e con la quale può crearsi un rapporto d’affetto reciproco.
Delineando i confini del rapporto professionale, quindi, sarà più facile anche creare un rapporto d’affetto sincero e rispettoso dei ruoli reciproci”.
Infine è importante non delegare totalmente alla badante anche quelle attenzioni che un parente dovrebbe dimostrare ad un genitore anziano, evitando così sovrapposizioni rischiose dettate, ormai sempre più spesso, dalla mancanza di dimostrazioni d’affetto e dal senso di solitudine.
Sentimento e affetto. Perché succede?
Assistere un anziano è un lavoro molto delicato e difficile. Richiede attenzione, delicatezza e sensibilità. “Nell’intento di generare benessere nel proprio assistito – continua la dott.ssa Napoli – la badante (o il badante) entra nelle abitudini, nelle routine e in generale nel mondo dell’anziano, conoscendone la vita, i bisogni fisici ed emotivi, così, condividendo la quotidianità si crea sempre più vicinanza.
Assicurare accudimento è una funzione primaria generalmente svolta da un familiare. La badante o il badante, pertanto, possono sostituire, agli occhi di un anziano solo, il ruolo di una moglie, un marito o in alcuni casi di un figlio. L’anziano può riversare nel rapporto affettivo con la persona che lo assiste le delusioni, i rancori o il mancato soddisfacimento di bisogni affettivi da parte di familiari poco attenti o disponibili o, allo stesso tempo, questo nuovo rapporto può rappresentare per l’accudito la rinascita di sentimenti ormai sopiti da diverso tempo ma che si è ancora perfettamente in grado di provare (compresi i desideri sessuali)”.
Quali rischi per i familiari?
Quello dei matrimoni tra anziani e badanti è un fenomeno molto frequente in Italia.
Un’indagine condotta dal centro studi dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani afferma che in genere non si tratta di unioni fortunate: il 70% è infatti destinato a fallire. Questo dato non aiuta il familiare a vivere con serenità questo nuovo rapporto. Il rischio di truffa e di raggiro è purtroppo molto frequente con il risultato che il proprio genitore s’allontani dai suoi familiari, contrari all’unione. Questo determinerà una maggiore difficoltà di dialogo e confronto sulla relazione stessa, lasciando spazio soltanto a sentimenti di rabbia e a incomprensioni
Come gestirlo?
“Queste situazioni sono molto difficili e delicate da gestire – conclude la dott.ssa Napoli – occorrono capacità di dialogo, comprensione e allo stesso tempo fermezza. Nella relazione tra figli, genitori e queste figure di aiuto ciò che può fare la differenza è il rapporto affettivo che anziano e familiare hanno saputo costruire nel corso della loro relazione.
Quando la relazione è poco solida, è più facile che l’anziano, di fronte all’ostilità dei familiari nei confronti della nuova relazione, percepisca i figli come troppo interessati e manipolanti, suscitando così solamente irritazione e distanza da parte sua. L’anziano, a sua volta, rivendicherà la sua libertà di vivere una storia che lo rende felice e spensierato.
Quando invece vi è dimostrazione del fatto che il sentimento tra anziano e badante è reciproco e sincero, è necessario da parte del familiare saper fare un passo indietro in virtù della felicità del proprio caro che ha diritto di vivere questa nuova relazione in libertà e serenità”.
Redazione Peranziani.it