Uno strano senso di pesantezza, uno strano senso di acido in bocca, una pesantezza sullo stomaco che spesso disturba il sonno e la giornata. ma non solo.
Stiamo parlando del reflusso gastrofageo, un fenomeno che spesso sottovalutiamo, o meglio, non conosciamo e quindi sottovalutiamo, mettendo a rischio in maniera pericolosa la nostra salute.
Cos’è il reflusso gastroesofageo
«Il reflusso gastroesofageo – dice il Dott. Davide Sighinolfi, gastroenterologo e cardiologo – è un sintomo che tutti prima o poi abbiamo, in ogni età, maschi e femmine, da bambini come da adulti. Si tratta di una cosa frequente che spesso viene trascurata e questo è un bel rischio. In alcuni casi addirittura si può trasformare in malattia molto seria arrivando persino nei casi più complessi a patologie oncologiche».
Il reflusso è di fatto la risalita (impropria) degli acidi e dei suoi vapori dallo stomaco all’esofago. Questo avviene per diverse ragioni ed in diversi modi. Principalmente per il cattivo funzionamento della valvola che dovrebbe separare i due organi, lo sfintere esofageo inferiore.
«Ci può essere anche un secondo tipo di reflusso, quello biliare; la riprova che esistano problemi in quell’organo».
La presenza di questi acidi alla fine lesiona l’esofago che non è protetto per la loro presenza ed a quel punto diventa malattia, che va presa per tempo e curata.
Reflusso gastroesofageo sintomi
«Di solito il disturbo principale è una sorta di sensazione di fastidio nel petto, stomaco e sterno – spiega il Dott. Sighinolfi – Ci sono inoltre sintomi che non sembrerebbero legati a questo problema ma lo sono, come la raucedine o altre patologie dell’apparato respiratorio ed rinofaringeo che possono essere scambiate per cose limitate solo a quegli organi ma che in realtà partono proprio dal reflusso».
Tosse improvvisa, sinusiti ricorrenti, persino abbassamenti di voce possono essere legati proprio al reflusso dei vapori che investono anche le parti aeree alte.
Reflusso gastroesofageo cause
«Sono varie le cause – continua il Dott. Sighinolfi – ma su tutte ce n’è una sola: il nostro stile di vita: come mangiamo, quello che mangiamo, come dormiamo, lo stress, la fretta. Si tratta alla fine di un meccanismo fisiologico che può essere lesionato solo da cattive condotte ed abitudini».
Non si escludono però casi di problematiche meccaniche preesistenti che però si limitano a un numero di casi molto limitato.
Rimedi reflusso gastroesofageo
«La prima cosa è recarsi dal medico di base – consiglia il Dott. Sighinolfi – Ci sono poi dei farmaci di facile utilizzo che riducono la presenza degli acidi, dell’acido biliare e di quello dello stomaco. Ci sono poi farmaci che formano una sorta di pellicola protettiva attorno alle parti alte del tubo digerente e che non hanno effetti collaterali evidenti».
Sia chiaro: il reflusso gastroesofageo si può curare ed eliminare a patto però che, oltre alle medicine, si cambi e si torni ad uno stile di vita che elimini i vari fattori di rischio, a partire dall’alimentazione
Reflusso gastroesofageo quali cibi consigliati e dieta da seguire
«L’alimentazione – conclude il Dott. Sighinolfi – ha di sicuro una parte fondamentale nel contenimento di questo problema. Bisogna quindi evitare i cibi pesanti come i pasti troppo ricchi di calorie; soprattutto dobbiamo cercare di limitare le sostanze acide, quindi niente alcol o fumo, attenti anche al cioccolato ed al caffè. Ma non è solo una questione di alimentazione. Anche lo stile di vita è fondamentale».
Per quanto riguarda i pasti infatti bisogna cercare di rispettare gli orari: quindi colazione al mattino, il pranzo verso le 13 e la cena la sera, non troppo tardi. Non solo. conta anche come si mangia e non solo cosa si mette nel piatto.
«I pasti consumati di fretta, in piedi, malgari lavorando o facendo altro sono del tutto dannosi e vanno evitati».
Oltre al cibo molto può fare anche il sonno. «Dobbiamo evitare di metterci subito sdraiati dopo aver mangiato. Basta mettersi in una posizione leggermente rialzata con la testa ed il busto per aiutare il lavoro della valvola che dovrebbe separare lo stomaco dall’esofago».
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Redazione Peranziani.it