Riabilitazione cognitiva: recupero e potenziamento

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17 Settembre 2017

Cosa intendiamo per riabilitazione cognitiva?

Quando si parla di riabilitazione cognitiva nella terza età, specilamente verso soggetti affetti da demenza, non si parla tanto di recupero, quanto di potenziamento.

Con il termine riabilitazione, infatti, non si può intendere un completo recupero di quelle che sono le funzioni cognitve del senior, poiché queste, una volta andate perdute, non sono effettivamente recuperabili.

Il principale scopo della riabilitazione cognitiva è infatti quello di preservare e massimizzare le abilità intellettuali rimaste intatte in maniera tale da fornire all’anziano tutti gli strumenti per affrontare la realtà in maniera adeguata. In tale senso, si parla spesso di protesicità dell’attività riabilitativa, poiché essa si effettua al fine di sopperire ai deficit cognitivi determinati dalla la patologia con nuove abilità.

Un altro beneficio che è possibile trarre dalla riabilitazione cognitiva è un aumento dell’autostima: trovare la soluzione a un quesito o portare a termine un esercizio possono far crescere la considerazione di sé e ridurre gli stati depressivi.

Sono sempre consigliabili gli esercizi per la riabilitazione cognitiva?

Gli esercizi per la riabilitazione cognitiva sono consigliabili e apportano dei concreti benefici solo ai seniros che presentano uno stadio medio di demenza, poiché queste tipologie di esercizi non risultano necessarie per i soggetti che ancora si trovano alla primissima fase della malattia e sono, purtroppo, inefficaci per coloro che hanno raggiunto uno stadio avanzato poiché le facoltà cognitive deteriorate non sono, a questo punto, più recuperabili.

Anche i momenti e le modalità in cui ci si esercita sono fondamentali. I seniors non devono essere sottoposti ad alcun tipo di stress, come ad esempio lo scadere del tempo, perché questo potrebbe essere controproducente. La spontaneità è un ingrediente fondamentale per poter trarre benefici dalla stimolazione cognitiva, pertanto se il senior si manifesta stanco, annoiato o innervosito dall’attività e comincia a viverla come una costrizione è consigliabile cambiare esercizio.

Quali aree cerebrali è possibile stimolare?

Le differenti funzioni cognitive possono essere stimolate in maniera diversificata, a seconda di quelle che sono le reali esigenze del senior. Esistono in commercio svariati libri che presentano una raccolta di schede che propongono numerosi esercizi. Tuttavia, anche in mancanza di questo supporto grafico è possibile preparare gli esercizi con l’utilizzo di fotografie, oggetti di uso quotidiano o in forma orale.

ROT: Reality Orientation Therapy

La primissima funzione cognitiva che si può andare a stimolare è quella inerente alla percezione dello spazio-tempo e della propria identità.

Per riuscire ad orientarsi nello spazio è possibile cominciare con esercizi relativi alla destra e alla sinistra. Disegnando due colonne di puntini, si può chiedere all’anziano di indicare la colonna di destra, poi di contare i puntini presenti nella colonna a sinistra, e via dicendo.

Se si desidera complicare l’attività, è possibile introdurre i punti cardinali: osservando la cartina della propria città o regione, il senior potrà orientarsi, dicendo in che direzione bisogna muoversi per spostarsi da una città ad un altra. Il fattore emotivo è sempre molto importante: se si parla di luoghi noti e ai quali sono legati ricordi piacevoli, l’esercizio diverrà più efficace e più interessante.

Se questi esercizi risultano noiosi, si può passare a un’attività più interattiva: si può rendere il senior partecipe della vita domestica, dandogli istruzioni circa la sistemazione della spesa appena fatta all’interno dei mobili della cucina o chiedendogli di apparecchiare la tavola mettendo le stoviglie in un dato ordine.

Per collocarsi nel tempo è possibile mostrare delle immagini che rappresentano paesaggi in differenti momenti dell’anno e chiedere di quale stagione si tratta e i mesi che le appartengono. Per calarsi maggiormente nella realtà è poi possibile chiedere in quale mese ci si trova e quali sono le sue caratteristiche.

Anche l’identità e la percezione di sé possono essere stimolate: chiedere al senior quanti anni ha, da chi è composta la sua famiglia e chiedergli di riconsocere delle persone care da delle fotografie può essere un ottimo esercizio.

Agnosia: quando non si riconoscono gli oggetti

L’agnosia è un disturbo della percezione che impedisce alla persona affetta da demenza di riconoscere anche gli elementi più comuni. Semplicemente mettere sul tavolo alcuni oggetti e chiedere di nominarli può essere una forma di stimolazione cognitiva. Proseguendo con l’esercizio, ci si può sbizzarrire con svariate domande, chiedendo di indicare gli oggetti grandi, quelli piccoli, quelli morbidi, quelli colorati, e così via. 

Se è possibile, si possono anche chiedere altre informazioni rispetto agli oggetti, ad esempio a cosa servono, di quale materiale sono fatti, in quale stanza della casa si trovano normalmente.

Aprassia: quando si riconsoce l’oggetto, ma non è possibile utilizzarlo

Con aprassia si intende l’impossibilità di compiere azioni finalizzate allo svolgimento di una data attività.

In tale senso, anche la semplice copiatura di un’immagine può diventare un atto complesso. Indurre il senior a disegnare, chiedergli di riportare una figura su un foglio o far sì che si eserciti a scrivere sono tutte stimolazioni utili.

Stimolazione cognitiva della memoria

La memoria può essere stimolata sia che si tratti di memoria a breve termine (MBT) che di memoria a lungo termine (MLT). La prima può essere tenuta in esercizio sforzandosi di memorizzare liste di parole, brevi poesie o filastrocche oppure ricordando il contenuto di brevi brani. 

Sempre per introdurre un elemento emotivo che renda il momento più piacevole, è possibile stimolare la memoria anche cantando insieme una canzone molto amata dal vostro caro.

La memoria a lungo termine è concorrente ad altri fattori, e risulta essere anche semantica e procedurale. Per questo per stimolarla è possibile ricorrere a strategie che introducono anche l’elemento emotivo e che rafforzano la percezione della propria identità, come ad esempio la richiesta di raccontare dei momenti importanti della propria vita (il proprio matrimonio, la nascita dei propri figli), o di descrivere in maniera dettagliata la sequenza di azioni che è necessario compiere per svolgere determinate attività, come fare la spesa o preparare una torta.

Stimolazione cognitiva del linguaggio e del pensiero

Il linguaggio è una funzione cognitiva che può essere sviluppata a diversi livelli. Si può cominciare con il potenziamento del riconoscimento dei suoni e delle lettere ai quali essi corrispondono, ad esempio leggendo una lista di parole e chiedendo di alzare la mano ogniqualvolta si senta una parola che inizia con una certa lettera. Inoltre, è possibile introdurre l’elemento semantico chiedendo di trovare tutti i nomi di fiori o di animali che cominciano con una certa lettera. 

Un altro modo per stimolare l’aspetto semantico del linguaggio è quello di cercare la parola “intrusa” all’interno di una lista di parole o di chiedere a quale categoria può appartenere un certo vocabolo e quindi chiedere altre parole che rientrano nella stessa categoria. Ad esempio la parola “imbianchino” può rientrare nella categoria “professioni” e quindi si possono chiedere altri nomi comuni designanti professioni.

Fonti: https://www.researchgate.net/profile/Antonio_Guaita/publication/286280142_Cognitive_rehabilitation_and_training_in_the_Alzheimer’s_disease_Facts_and_fantasies/links/0deec526f9bf4774e9000000.pdf

http://www.jgerontology-geriatrics.com/wp-content/uploads/2016/02/cammisuli1.pdf

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