Se non è indotta da specifiche malattie, nel qual caso occorrono specifiche indicazioni del medico curante, la cattiva digestione nell’anziano è un problema che può essere prevenuto o comunque limitato con alcune semplici regole alimentari. Vediamo quali con la consulenza del dottor Domingo Spotti, specialista in gastroenterologia della Clinica Columbus di Milano, che ci aiuta a sfatare alcune false credenze sull’argomento.
Anche lo stomaco invecchia
Come la pelle, la muscolatura e tutti gli altri organi del corpo, anche lo stomaco va incontro a un fenomeno di invecchiamento. “In particolare si ha una drastica riduzione della secrezione cloridopeptica, ovvero della produzione di succhi gastrici. Se in un giovane o in adulto varia fra i 3 e i 5 litri giornalieri, dopo i 70 anni diviene di mezzo litro”, spiega il dottor Spotti. “A ciò si associa una minore mobilità delle pareti dello stomaco, che inizia così a fare più fatica nell’espletare le sue normali funzioni”.
Meglio 5 “spuntini” al giorno
Come prima regola contro la cattiva digestione, l’anziano deve allora ridurre le quantità di cibo e al contempo mangiare più spesso. “Più che di 5 pasti è meglio parlare di spuntini, avendo cura di mangiare di più la mattina e di ridurre progressivamente le dosi, sino ad assumere pochi cibi la sera, magari solo un piatto di riso”, suggerisce il dottor Domingo Spotti. “Chi non lo fa, soprattutto chi continua ad avere una cena abbondante, va facilmente incontro a problemi di reflusso gastrico durante la notte e il mattino si sveglia anche con il mal di testa perché lo stomaco è ancora pieno di cibo”.
Quanti, non quali cibi
Diversi studi scientifici hanno comprovato che il problema della digestione nell’anziano, in assenza, come già specificato,di particolari problematiche, dipende solo dalla quantità di cibo ingerito e dalle modalità, cioè dai tempi di assunzione. “Cosa preferire è un falso problema e, fatte salve le principali norme alimentari, è scorretto demonizzare questo o quell’alimento. L’anziano può mangiare di tutto, purché si moderi”, assicura il gastroenterologo.
Un aiuto dal peperoncino
Un alimento, sempre con moderazione, è tuttavia suggerito nella dieta: si tratta del peperoncino, che grazie al suo contenuto di acido capsico stimola la secrezione di succhi gastrici da parte dello stomaco, aiutando così la buona digestione.
Minestrine e pastine in brodo: utili, ma…
Un mito da sfatare? Quello che pastine in brodo e minestrine siano sempre e comunque la migliore indicazione per una cena leggera. “Sono in ogni caso una buona scelta, ma più che nella digeribilità il loro valore sta nel fare in modo che l’anziano assuma liquidi, dal momento che il bere poco è una delle principali cattive abitudini alimentari nella terza età. In tal senso, la proposta di pastine e minestrine è funzionale anche per gli anziani non autosufficienti seguiti a casa oppure in casa di riposo”, sottolinea il dottor Domingo Spotti.
L’acqua? Anche gassata
Proprio perché la disidratazione è un rischio sempre in agguato, non solo nella stagione calda, acqua, tisane e spremute di agrumi sono consigliate a piacere nella dieta. E rispetto alla digestione non va demonizzata l’acqua gassata: “Produce gas nell’intestino in quantitativo minimo, specie se comparata a quanto avviene in un soggetto aerofago, che ingerisce un quantitativo di aria pari a 200 volte. Due o tre bicchieri giornalieri di acqua gassata al giorno non sono solo ammessi, ma anzi agevolano la digestione”, conclude il nostro specialista.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione