Gli anziani bevono poco e nella loro alimentazione mancano proteine, vitamine, sali minerali e abbondano i carboidrati
Oggi si considera anziana una persona a partire dai 75 anni, rispetto ai 65 anni fino ad ora considerati l’inizio dell’anzianità, dal punto di vista alimentare ci sono alcuni accorgimenti che dovrebbero essere messi in atto già a partire dai 60 anni circa, per costruire al meglio un “succesful aging”.
Spesso, nella dieta degli anziani scarseggiano frutta e verdura fresche-spiega la dottoressa Federica Almondo, specialista in Scienza dell’Alimentazione e co-fondatrice del Centro di nutrizione e anti-aging Cerva 16 di Milano– oltre alle proteine, a non essere assunti a sufficienza sono anche vitamine e sali minerali. Gli integratori possono aiutare a contrastare le carenze nutrizionali tipiche di questa età.
Attenzione anche all’idratazione: gli anziani bevono poco. I benefici più importanti di una corretta idratazione sono: la depurazione dalle tossine che si accumulano giornalmente nel nostro organismo e che se non vengono regolarmente eliminate possono causare molti disturbi. Bere è importante anche per fare un pieno di energia. In realtà detto così potrebbe sembrare un errore, infatti l’acqua è priva di nutrienti calorici da cui produrre energia. Ma se ci pensiamo un attimo, praticamente tutte le reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo avvengono in presenza di acqua.
Non dimentichiamoci, inoltre, del grande supporto che frutta e verdura forniscono all’intestino, dove si trova la maggior parte delle cellule del sistema immunitario. La salute dell’organismo dipende in gran parte dalla corretta funzionalità di quest’organo: il consumo di prodotti contenenti probiotici, come yogurt e kefir, può essere molto utile.
Un rischio frequentissimo nelle abitudini alimentari degli anziani è il consumo eccessivo di carboidrati che limita, di conseguenza, l’assunzione di proteine. «Carne, pesce, uova, legumi, formaggi sono i mattoni che servono per costruire i nostri muscoli. Avere una buona massa muscolare è sinonimo di salute per tutti- aggiunge la dottoressa Almondo.
La carenza del giusto apporto proteico può sfociare, addirittura, nella sarcopenia, che consiste in una perdita eccessiva di massa muscolare. Soprattutto nelle persone anziane si evidenzia tale patologia, che si esplica non solo in uno scarso tono muscolare, ma anche in una maggiore predisposizione alle infezioni e a malattie neurodegenerative.
La sarcopenia, rappresenta un serio problema nell’anziano ed è in crescita esponenziale. La perdita di massa muscolare è fisiologica a partire dai 50 anni, ma è quando diventa eccessiva che poi sfocia appunto in sarcopenia. Un anziano sarcopenico sarà un anziano maggiormente soggetto a cadute e maggiormente suscettibile a infezioni, malattie neurodegenerative come la demenza senile o l’Alzheimere o i tumori. «È importante, perciò, che le proteine siano presenti nei pasti principali», continua la dottoressa Almondo. «Troppa carne fa male? Vero, anche se è bene non demonizzarla: il miglior consiglio è di non consumarla più di tre volte a settimana e di prediligere la carne bianca». Si può puntare, dunque, sul variare spesso le fonti, in particolare aumentando il consumo di proteine vegetali come tutti i legumi, ma anche il pesce e le uova.
Gli anziani hanno un rischio decisamente aumentato per malnutrizione che si traduce non solo in una eccessiva perdita di peso (cosa facilmente intuibile), ma molto spesso anche in un franco sovrappeso e obesità. Infatti la solitudine accompagnata da una giustificata svogliatezza nella preparazione dei pasti oltre che a frequenti problemi di masticazione o di digestione, porta l’anziano ad una forte ripetitività degli alimenti e a mancanza di varietà.
Ultima, ma non per importanza, è la frequenza dei pasti durante il giorno. Fare dei piccoli spuntini è utile –in generale- per tenere attivo il metabolismo, a patto però che non superino il 5% delle calorie totali giornaliere. Via libera a frutta fresca o secca, yogurt e the, seguendo la stagione. Non bisognerebbe mai, invece, saltare la colazione: alla mattina il corpo ha bisogno di nutrienti. Questo si deve a due principali motivi, come chiarisce la dottoressa Almondo: «Il primo è che non andrebbe bene andare a letto troppo tardi, perché si dorme troppo poco e quindi al mattino si può trascurare il “rituale” della colazione. Il secondo è che una cena eccessivamente calorica o troppo ricca di cibi grassi, provoca il permanere a lungo di una sensazione di sazietà. Tale abitudine è profondamente sbagliata perché favorisce l’instaurarsi di un circolo vizioso, che porterà a non mangiare a sufficienza nella prima parte della giornata, quando ne avremmo più bisogno, e viceversa ad eccedere nella seconda parte, soprattutto la sera, quando invece sarebbe meglio mangiare leggero, anche per riposare meglio».
Nell’alimentazione degli anziani andrebbero limitati al massimo gli zuccheri raffinati ad alto indice glicemico, e in generale tutti gli alimenti ricchi di grassi saturi e sale (salumi e formaggi stagionati per esempio), particolarmente dannosi per l’anziano. E se un pochino di vino ai pasti può far bene, i superalcolici sono proprio da abolire
Redazione Peranziani.it