Mantenere attiva la propria mente, ma anche nutrire il proprio spirito con vecchi e nuovi interessi. E, non ultimo, intessere relazioni in grado di restituire pienezza alla vita: questi gli obiettivi che si propongono gli 80 mila iscritti di Unitre, l’Università delle Tre Età che vanta ormai più di 370 sedi in tutt’Italia. Per farci raccontare in dettaglio questa variegata realtà, capace di coinvolgere non solo gli anziani, abbiamo parlato con il dottor Gustavo Cuccini, al secondo mandato come presidente nazionale.
Quando è nata e come si è sviluppata Unitre?
“E’ nata nel 1975 a Torino per volere di Irma Maria Re, anche se le prime sedi sono state aperte solo a partire dal 1982. Oggi è possibile trovarle in ogni regione d’Italia, con la sola eccezione di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. In diversi casi si tratta ormai di veri e propri atenei, che possono arrivare a contare 4.000 e più iscritti, come per esempio la sede di Torino, ma ci sono anche strutture in aree meno densamente popolate, come per esempio nelle zone montuose della Basilicata: piccole sedi che pur avendo solo una cinquantina di studenti sono comunque molto attive e contribuiscono a mantenere attivo il tessuto sociale, favorendo anche il contatto tra differenti classi d’età. Nata come l’Università della Terza Età, Unitre si è infatti oggi evoluta in una realtà ben diversa, vale a dire l’Università delle Tre Età”.
E’ quindi diventata una realtà aperta a tutti, non solo agli anziani?
“Esattamente. Dal 2006 abbiamo deciso di aprire le nostre porte a tutti gli interessati, a patto che siano maggiorenni. Ci pareva assurdo escludere una qualsivoglia categoria dalle nostre sedi e abbiamo dunque optato per un sistema più inclusivo, che abbatte tutte le barriere generazionali, andando a creare un contesto dove la cultura non è fine a se stessa, ma diventa prima di tutto uno strumento di unione e coesione tra persone di età ed estrazioni differenti. Mi preme evidenziare che Unitre è principalmente un luogo di incontro, dove si possono sperimentare i benefici di un contesto dove persone di tutte le età possono condividere esperienze ed essere al centro di un mutuo scambio di esperienze e conoscenze”.
Qual è il costo dei corsi?
“Per mantenerci coerenti con quella che è la politica di inclusione di Unitre, i prezzi per beneficiare dei corsi sono oltremodo sociali: si paga infatti solo una quota associativa annua che oscilla fra i 50 e gli 80 euro a seconda delle sedi. Dopo di che non serve sostenere altre spese, se non degli sporadici contributi per i laboratori artistici oppure se si desidera partecipare alle visite ed escursioni turistiche che le diverse realtà propongono come ulteriore momento di aggregazione nel segno di specifici interessi”.
A questo proposito, quali discipline vengono proposte nei vostri atenei?
“I corsi riguardano davvero una grandissima varietà di argomenti: si va dall’ambito scientifico a quello artistico, passando per quello linguistico senza tralasciare l’educazione fisica e motoria. Esistono anche innumerevoli laboratori, prevalentemente artistici, mentre alcune sedi sono assai attive nel proporre sempre nuove conferenze. Il calendario è assai simile a quello accademico, quindi con programmi di diversa durata che coprono il periodo che va da ottobre alla stagione estiva, durante la quale in diverse strutture si svolgono comunque altre attività per i soci”.
Ci sono corsi preferiti dalla terza età?
“Sicuramente quelli artistici, che hanno come fulcro l’espressione personale: quindi corsi di pittura, scultura, ma anche laboratori teatrali o musicali. Anche la storia dell’arte è molto apprezzata, specialmente perché è uno dei corsi al quale sono associate svariate uscite sul territorio e quindi forniscono più occasioni di stare insieme, di far nascere amicizie che poi proseguono e si sviluppano anche al di fuori di Unitre. Anche lo studio delle lingue è molto apprezzato dagli anziani, in particolare le lingue orientali come l’arabo o il cinese, che combinano lo studio dell’idioma con la scoperta di una nuova cultura. La conoscenza non ha davvero confini, a partire da quelli dell’età”.
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Redazione Peranziani.it