Un regalo di Natale per… farsi regalare dai nonni i loro ricordi e conservarli per sempre. E’ l’originale idea alla base di libri come per esempio “Nonno, raccontami” (€ 21,16) e “Nonno parlami di te” (Sarnus, € 10,48), disponibili allo stesso prezzo di copertina anche nelle edizioni al femminile “Nonna, raccontami” e “Nonna parlami di te”.
Si tratta di volumi strutturati in modo semplice, che si dividono in sezioni relative alle diverse fasi della vita degli anziani: la prima infanzia, gli anni della scuola, il momento del matrimonio, le esperienze nel mondo del lavoro, gli eventi storici di cui sono stati protagonisti… Con le domande presenti in ciascuna sezione che rappresentano una linea-guida per aiutare i nonni a riordinare cronologicamente le proprie memorie, finendo così per “scrivere” una vera e propria autobiografia da arricchire magari anche con fotografie e illustrazioni.
I consigli della psicologa per sfruttarli al meglio
“I libri dei ricordi possono risultare un’esperienza assai positiva sia per i nonni che per i nipoti, qualsiasi sia la loro età”, commenta la psicologa e psicoterapeuta Laura Rivolta. “Sono uno spunto, ancora più efficace durante le festività natalizie, per impostare un dialogo e creare un’intimità possibile solo grazie al racconto, che è un ottimo stimolo sia per gli anziani che per i loro nipotini. Questi ultimi, in particolare, vedranno sollecitata la loro capacità immaginifica mediante la dimensione della narrazione e con la loro curiosità potranno aggiungere alle domande dei libri dei ricordi altri quesiti che, specialmente nei bambini, sorgono spontanei poiché nascono dal desiderio di arricchire di dettagli le storie dei loro nonni. Mentre i nonni, grazie a questo ‘gioco’, andranno a scoprire o riscoprire la loro importanza come memoria attiva del nucleo famigliare e per soddisfare le incalzanti domande dei nipoti dovranno sforzarsi di ricordare molti dettagli, stimolando così positivamente le loro facoltà intellettive”.
C’è poi anche da considerare l’aspetto emotivo…
“Senza dubbio. Il racconto è per i nonni anche un’occasione per trasmettere certi valori ai propri nipoti: questo perché questa forma di comunicazione carica ogni vicenda proprio di una forte portata emotiva, che aiuta a cogliere dei significati e degli insegnamenti in ogni esperienza. Inoltre, ritengo utile ritornare sul concetto di intimità che viene a crearsi grazie alla dimensione della narrazione. Non dobbiamo dimenticare che la società attuale è estremamente frenetica e concede poco spazio all’ascolto. Al contrario, i nonni conoscono la tranquillità e i tempi che sono necessari per trasmettere il contenuto di una storia e sono pronti a farli a conoscere ai propri nipoti, educandoli all’ascolto e alla comprensioni, oltre che al rispetto per la parola altrui. In un clima disteso e fiabesco come quello della narrazione, è facile sviluppare un’intimità unica ed esclusiva, bene preziosissimo per i bambini e gli adolescenti… ma anche per quei nipoti che sono prossimi all’età adulta”.
Qualche altro “trucco” per rendere l’esperienza del libro dei ricordi ancora più entusiasmante e arricchente per tutti?
“I libri dei ricordi possono contenere decine e decine di domande, che chiaramente non si possono esaurire né in un giorno, né in una settimana. Ecco allora che il loro completamento può diventare un’esperienza a puntate, al termine di ciascuna delle quali avviene un congedo che prelude all’appuntamento successivo. Questa frammentazione dell’attività aumenta l’entusiasmo del nipote, che non vedrà l’ora di scoprire il proseguimento del racconto, e diventerà per il nonno un momento straordinario all’interno della sua quotidianità. Inoltre, un consiglio da dare ai nonni è sicuramente quello di cominciare a rivestire il ruolo del narratore non solo grazie alle parole delle proprie storie, ma anche grazie alla gestualità, ai toni e all’espressività. Questo ruolo viene esercitato molto raramente, ma riscoprirlo apporta benefici sia ai nipoti, che potranno accrescere la propria immaginazione, sia ai nonni che potranno risvegliare delle competenze comunicative da tempo sopite”.
Redazione Peranziani.it