Il Morbo di Parkinson si sa è una delle malattie degenerative più devastanti per un anziano. Una patologia che compromette in maniera importante la qualità della vita di chi ne soffre e complica anche quella di parenti e caregiver.
La scienza purtroppo non è ancora riuscita a trovare una cura, ma ci sono sistemi abbastanza efficaci per cercare di ridurre il peso di lesioni e limitazioni soprattutto per quanto riguarda il sistema motorio.
Tremore a riposo, rigidità, lentezza nei movimenti (soprattutto ad iniziarne di nuovi, la cosiddetta «bradicinesia») e perdita di equilibrio sono i principali sintomi che interferiscono a livello fisico con la corretta mobilità di un malato.
Sono due le armi contro il Parkinson al momento: le cure farmacologiche e la fisioterapia.
Obiettivi della fisioterapia per i malati di Parkinson
«La fisioterapia – ci spiega Fabio Guidi, fisioterapista presso il Synlab CAM Polidiagnostico Monza – ha come obiettivi quella di mantenere la mobilità del corpo e delle articolazioni, l’elasticità dei muscoli e dei vari tessuti, mantenere la forza e migliorare la capacità di deambulazione per salvaguardare il più possibile la qualità della vita del paziente affetto da questo terribile morbo. Il primo consiglio è quello legato alla prevenzione. Non appena si sospetta o si osserva un possibile sintomo del Morbi di Parkinson recarsi subito dal proprio medico o da uno specialista per gli esami di controllo del caso. Prima si interviene e prima si può rallentare e limitare la progressione della malattia.
Se i controlli poi dovessero in qualche maniera confermare la presenza del morbo allora bisogna farsi seguire e monitorare con costanza da parte di un neurologo esperto».
Esercizi di fisioterapia per i malati di Parkinson
Ci sono esercizi semplici da fare prima con un fisoterapista e poi da ripetere a casa. Ad esempio per quanto riguarda l’equilibrio si è soliti proporre movimenti classici come una normale camminata con degli stop, degli arresti anche improvvisi. Oppure dei cambi di direzione o andature all’indietro se non laterali. Importante anche la propriocettività (quegli esercizi fatti cercando il controllo del corpo con i piedi su di una sorta di cuscinetto di gomma).
Ma ci sono anche esercizi che possiamo rubare ed allenare con quelli che sono normali movimenti ed azioni della nostra vita quotidiana: per le mani, ad esempio la scrittura, l’uncinetto o la maglia, il bricolage e persino cucinare impongono un uso delle mani che è molto utile per cercare di contrastare il tremore.
Va da se che, come per tutte le patologie, non esistono regole ed esercizi giusti per ciascun paziente. Ognuno fa storia a se ed anche la fisioterapia dev’essere studiata a modulata caso per caso.
«Ma c’è un’altra componente che va tenuta in considerazione tra i benefici della fisioterapia e del movimento per i malati di Parkinson – chiude Fabio Guidi – e sto parlando dei benefici a livello psicologico. Il movimento, soprattutto poi se fatto all’aria aperta, crea anche benessere mentale ed allontana quelli che sono due dei principali rischi a cui va incontro un malato di Parkinson: l’isolamento e la depressione»
Redazione Peranziani.it