Un aiuto costante, fidato e prezioso per la tutela del proprio caro: parliamo della badante convivente. Al giorno d’oggi sono infatti numerose le famiglie che non sono in grado di fornire da sole l’assistenza necessaria a un loro familiare. In questo contesto, vivendo nella stessa casa della persona assistita, questa figura professionale è disponibile per fornire supporto e protezione in qualsiasi momento del giorno o della notte. Un aspetto cruciale per le persone che hanno bisogno di cure e supervisione costanti a causa di problemi di salute o di disabilità.
Ecco allora che quello del contratto badante convivente rappresenta un tema assolutamente da non sottovalutare. Si tratta infatti di una tipologia di documentazione ufficiale imprescindibile, regolamentata per stabilire i termini e le condizioni dell’impiego di una persona come assistente domestico a tempo pieno. Un badante convivente è infatti un lavoratore che vive a tutti gli effetti nella stessa casa della persona non autosufficiente, fornendo assistenza nelle attività quotidiane, come l’igiene personale, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e l’accompagnamento alle visite mediche.
Per questo motivo, chiunque intendesse assumere una figura di questo tipo, non deve conoscere solamente gli aspetti burocratici del contratto badante convivente, ma anche prestare attenzione a tutte le sfaccettature legate alla specifica forma, all’orario e ai costi.
Come funziona il contratto badante convivente?
I contratti per badanti conviventi non sono tutti uguali. Questa preziosa figura può infatti essere assunta con tre tipologie di livelli (“BS”, “CS” o “DS”), in base alle mansioni che deve svolgere e alle sue esperienze pregresse. L’inquadramento “BS”, che può essere part time o full time, è quello funzionale alla persona intesa come autosufficiente. Se invece si rende necessario fornire assistenza ad una persona fragile non autosufficiente, la badante convivente dovrà essere inquadrata come “CS” o “DS”. Il primo menzionato è il livello di inquadramento per le lavoratrici senza titolo di studio specifico, a differenza di “DS”, che consente di identificare una lavoratrice con diploma o certificazioni inerenti alle mansioni che dovranno svolgere. Proprio per il fatto che la persona fragile necessita di assistenza in modo costante, o comunque di una persona che rimanga a disposizione tutto il giorno, queste due ultime soluzioni sono esclusivamente full time. Cosa diversifica il contratto badante 54 ore e il contratto badante 30 ore lo vedremo invece tra poco.
Costi badante convivente
Quanto guadagna una badante convivente? Questa è sicuramente una tra le domande più frequenti. Poter contare sull’aiuto continuativo di una persona specializzata rappresenta naturalmente un costo non indifferente. Ecco allora che il costo di una badante convivente messa a contratto può comportare una spesa che può giungere fino ai 2.500 euro circa al mese, anche se tendenzialmente la media si staglia tra i 1300 e i 1500. Occorre infatti considerare 4 voci fondamentali, a partire dal minimo salariale previsto dal Contratto Nazionale Colf e Badanti: lo stipendio lordo, a cui si aggiungono i contributi INPS/INAIL, le ferie e la tredicesima.
I badanti conviventi hanno la tredicesima e i contributi?
Se ve lo siete già domandati, la risposta è sì ad entrambi i quesiti. Il Contratto Nazionale Badanti prevede per le badanti conviventi il diritto a percepire una tredicesima mensilità. Questa, per Legge, deve essere necessariamente pari ad una mensilità della normale retribuzione lorda, compreso l’importo previsto per indennità sostitutiva di vitto e alloggio. Per quello che concerne invece il versamento dei contributi previdenziali per le badanti conviventi, è compito del datore di lavoro versare alla figura sotto contratto i contributi all’Inps, a cui sarà indispensabile aggiungere anche un ulteriore contributo “Cassa Colf”.
Orario badante convivente 54 ore o 30?
Per quello che riguarda l’orario di lavoro della badante convivente, questa figura osserva una regolamentazione di tipo settimanale. Esistono in questo senso contratti badanti conviventi 54 ore settimanali se assunte a servizio intero, oppure contratti badanti conviventi 30 ore se regolarizzate quando occorre garantire una disponibilità oraria inferiore. Ad ogni modo l’orario giornaliero non deve assolutamente superare le 10 ore da recepirsi come “non consecutive”. Serve ciò sempre almeno una pausa di 30 minuti. La badante convivente ha inoltre diritto ad alcuni riposi settimanali, da intendersi come 24 ore la domenica e 12 ore in un altro qualsiasi giorno della settimana.
Esistono straordinari per i badanti conviventi?
Cosa succede quando si chiede ad una badante convivente di effettuare uno straordinario la domenica o durante un giorno settimanale? Il Contratto Nazionale di Colf e Badanti regolamenta gli straordinari, concordati con almeno una giornata d’anticipo, con una maggiorazione del 60% se svolto di domenica o in un giorno festivo. Quando invece questo viene richiesto durante la settimana, in una fascia oraria tra le 6 e le 22, ammonta al 25%, con una maggiorazione complessiva che raggiunge il 50% quando svolto tra le 22 e le 6 del mattino
Redazione Peranziani.it