Con il passare degli anni la pelle perde di forza ed elasticità, diventando così più vulnerabile. Addirittura da pochi anni la medicina ha coniato un termine, «dermatoporosi» per racchiudere tutte le varie manifestazioni tipiche dell’anziano che si manifestano agli avambracci, al dorso delle mani, alle gambe e si presentano come cute sottile, atrofica, chiazzata da macchie multiple color porpora e costellata da lesioni cicatriziali biancastre di forma stellata.
Problemi che si evidenziano ancor di più quando, d’estate, esponiamo il corpo al sole. Una pratica che rende la pelle ancora più secca e fragile e che merita attenzione. Tra le varie difese la più semplice ed abituale è l’utilizzo di creme solari, a vari livelli di protezione.
Come proteggere la pelle dal sole
Non tutto però è negativo. Il sole infatti permette la sintesi della vitamina D essenziale per il benessere generale del corpo, dall’altra induce l’attivazione della melanogenesi, un meccanismo fisiologico necessario per aumentare la pigmentazione cutanea, grazie alla produzione di melanina, ai fini di proteggersi dai raggi UV.
Un’eccessiva esposizione al sole, spesso concentrata in poche settimane di ferie ed associata ad una poca esposizione durante il periodo invernale, può indurre il progressivo invecchiamento cutaneo correlato alla formazione di iperpigmentazione cutanea, destrutturazione del collagene e dell’elastina nel derma, concorrendo al processo noto come fotoaging
Per proteggersi si possono utilizzare mezzi fisici (occhiali da sole, maglietta, cappello, ombrelloni ecc.) che preparati medici, le creme solari appunto. Bisognerebbe inoltre evitare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, tra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio, preferire le zone d’ombra ed esporsi gradualmente al sole in base al proprio fototipo e alle proprie reazioni, cominciando magari con un’ora al mattino ed una al pomeriggio per poi aumentare.
Perché è importante la crema solare per anziani
Sul mercato esistono due differenti tipi di creme solari, a base di sostanze chimiche oppure a base di sostanze fisiche. I filtri chimici sono in grado di assorbire selettivamente le radiazioni ultraviolette, rilasciandone l’energia sotto forma di calore e riducendone così la penetrazione a livello cutaneo. Diversamente, le sostanze minerali disperdono e riflettono le radiazioni UV: tra di essi, l’ossido di zinco e il biossido di titanio sono i filtri fisici più utilizzati. Convenzionalmente la capacità protettiva di un cosmetico solare, a prescindere dal tipo di filtro in esso contenuto, viene indicata con un numero chiamato SPF (Sun Protector Factor) che varia da un massimo di 100 (protezione totale, a scendere fino a 5, di fatto creme abbronzanti).
Quando e come applicare la crema solare per anziani
Spalmarsi la crema è operazione molto complicata e meno banale di quanto possa pensare. per prima cosa per coprire in maniera efficace tutto il corpo non basta “sporcarsi le mani” come si è soliti fare. Non bisognerebbe quindi essere parsimoniosi nell’applicazione del solare. La quantità approssimativa per applicazione in un soggetto di statura media dovrebbe essere pari all’incirca a 6 cucchiaini da thè. L’applicazione dovrebbe essere rinnovata ogni 2 ore e dopo ogni bagno.
Evitare di spalmarsi la crema direttamente al sole; meglio farlo in un luogo ombreggiato. E prestare attenzione anche ai consigli sulla conservazione del prodotto.
I rischi di un’esposizione al sole errata
Un’eccessiva esposizione al sole, come siamo soliti fare nelle settimane di ferie ed associata ad una poca esposizione durante il periodo invernale, può indurre il progressivo invecchiamento cutaneo correlato alla formazione di iperpigmentazione cutanea destrutturazione del collagene e dell’elastina nel derma, concorrendo al processo noto come fotoaging. I raggi ultravioletti possono inoltre facilitare l’insorgenza di eritemi, scottature, macchie e tumori della pelle.
I raggi Ultravioletti (UV) rappresentano la componente dei raggi solari più dannosa per la nostra pelle. Ne esistono di tre tipi differenti: UVA, UVB, UVC.
I raggi UVC sono quelli più pericolosi per la nostra salute, ma fortunatamente vengono schermati dall’ozonosfera. I raggi UVA rappresentano la quota maggiore (circa il 95%) dei raggi UV che raggiungono la terra. Hanno un’elevata capacità di penetrazione, dal momento che riescono a raggiungere il derma, lo strato più profondo della pelle. I raggi UVB sono per lo più assorbiti dallo strato di ozono, pertanto solo il 5% di essi arriva sulla Terra.
Gli UVB hanno un potere penetrante minore rispetto alle radiazioni ultraviolette A: si fermano a livello dell’epidermide, senza però riuscire a penetrare nel derma.
Redazione Peranziani.it