Al giorno d’oggi la cura dei propri cari riveste per molte persone un ruolo di primaria importanza. Spesso, però, tali responsabilità possono comportare non solo un impegno emotivo, ma anche un carico finanziario significativo. Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di detrazione spese assistenza domiciliare, un aspetto molto spesso sottovalutato, ma di vitale importanza nel panorama delle agevolazioni fiscali.
Per permettervi di inquadrare al meglio la tematica, in questo articolo esploreremo a fondo quattro domande cruciali che riguardano le detrazioni per le spese di assistenza domiciliare. Dal chi e come può richiederle alle modalità di richiesta, vi accompagneremo in un approfondimento minuzioso, mirato a massimizzare i vantaggi di risparmio, garantendo allo stesso tempo un’assistenza domiciliare di qualità ai vostri cari.
È possibile accedere alla detrazione spese assistenza domiciliare?
Sì, la risposta è che è possibile accedere alla detrazione spese assistenza domiciliare. Queste risultano infatti detraibili dall’Irpef, nella misura del 19%. Nello specifico facciamo riferimento a tutte quelle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale o caregiver nei casi di “non autosufficienza” della persona con disabilità nel compimento degli atti della vita quotidiana. Quello che è da subito importante sapere è che la detrazione deve essere calcolata su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro, esclusivamente quando il reddito complessivo del contribuente non sia superiore a 40.000 euro. L’agevolazione fiscale, inoltre, non può essere riconosciuta quando la “non autosufficienza” non si ricolleghi direttamente all’esistenza di patologie.
Detrazione spese assistenza domiciliare: chi può usufruirne?
In merito a quanto detto qui sopra è bene aprire un’importante parentesi. La “non autosufficienza”, infatti, deve dimostrata attraverso un’opportuna certificazione medica. Sono per esempio considerati soggetti “non autosufficienti”, tutti coloro che non sono in grado di assumere alimenti, espletare le funzioni fisiologiche o provvedere all’igiene personale; e neanche deambulare da soli o indossare gli indumenti. Viene inoltre considerata come “non autosufficiente”, la persona che necessita di sorveglianza continuativa. Un altro aspetto importante da evidenziare è che la detrazione spetta anche per le spese sostenute per il familiare non autosufficiente, anche quando egli non è fiscalmente a carico. La detrazione è quindi giustificata nell’evenienza in cui le prestazioni di assistenza sono rese da una casa di cura o di riposo. Nel suddetto caso, la documentazione dovrà certificare distintamente sia i corrispettivi riferiti all’assistenza, che quelli riferibili ad altre prestazioni fornite dalla struttura ospitante.
Come effettuare la detrazione spese assistenza domiciliare?
Da qualche anno le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale devono essere necessariamente effettuate mediante sistemi di pagamento “tracciabili”. Le spese devono quindi risultare coerenti da idonea documentazione, che può anche consistere in una ricevuta firmata dall’addetto all’assistenza. All’interno occorre che siano presenti il codice fiscale e i dati anagrafici di chi effettua il pagamento e di chi presta l’assistenza, ma anche la ricevuta del pagamento tracciato. Se la spesa è sostenuta in favore di un familiare, inoltre, nella ricevuta devono essere indicati anche gli estremi anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo.
L’utilizzo di sistemi di pagamento “tracciabili” può essere attestato mediante ricevuta fiscale, l’annotazione in fattura o documento commerciale, ma sempre da parte del percettore delle somme che effettua la suddetta prestazione di servizio. Sono inseribili anche le misure speciali dedicate a spese mediche e assistenza specifica come interventi riabilitativi post infortunio o servizi fisioterapici a domicilio. Anche questi, infatti, sono detraibili nella misura del 19%.
Chi può scaricare le spese della badante?
L’aiuto di una badante per prendersi cura dei propri cari è diventato al giorno d’oggi una necessità per molte famiglie italiane che desiderano garantire serenità e tranquillità al proprio caro. Naturalmente, le spese da affrontare quando si affida le cure del proprio familiare ad una badante non sono poche: fortunatamente, anche queste spese possono essere inserite dalle famiglie nella dichiarazione dei redditi. Le detrazioni fiscali per badanti a proprio carico sono tuttavia allo stesso tempo soggette a restrizioni ben precise. Proviamo quindi a fare chiarezza su come e quando è possibile avere una detrazione sui costi della badante.
Di fatto questa spetta a chi ha sostenuto le spese, anche quando questo non corrisponde al datore di lavoro, ma anche alle persone che hanno contribuito alle spese per l’assistente familiare, anche se queste non sono fisicamente a carico del contribuente. Anche in questo caso vale la pena ricordare che la quota massima di detrazione è di 2.100€ per ogni singolo contribuente e che tale somma di denaro non dipende dal numero di soggetti assistiti.
Redazione Peranziani
Articolo revisionato dalla nostra redazione