Un intervento chirurgico è sempre fonte di stress per il corpo umano, uno stress che si amplifica se si tratta di un intervento subito da un anziano. Per questo il periodo post operatorio è particolarmente delicato e va gestito da persone esperte.
Se poi guardiamo nel dettaglio agli interventi chirurgici di tipo ortopedico capite bene come la riabilitazione sia fondamentale per poter recuperare un livello di mobilità e quindi di vita che si aveva prima dell’operazione.
Inutile dire che sono le gambe le articolazioni maggiormente sollecitate e quindi più interessate da situazioni drastiche come gli interventi di chirurgia. Basti pensare che sono decine di migliaia gli anziani che ogni anno devono inserire una nuova protesi del femore.
La riabilitazione dopo un intervento chirurgico
Innanzitutto bisogna subito chiarire come ogni persona, ogni fisico, faccia storia a se. Per questo il piano di recupero è di fatto personalizzato. Ma ci sono comunque regole e modalità generali che restano uguali per tutti.
La prima è che nell’immediato periodo post operatorio si effettuano lavori “passivi” per cercare di recuperare la mobilità articolare: movimenti di flessione, estensione ed anche un minimo di rotazione. Per passivi si intendono quei lavori senza pesi e senza sforzi.
Dopo alcune settimane (all’incirca 4) ecco che si possono cominciare ad effettuare lavori che comportino anche l’uso dei muscoli.
Il principale per un problema al femore ad esempio è il semplice sollevamento della gamba operata, tenuta tesa con la persona sdraiata a terra. Si tratta di un movimento da effettuare lentamente, sempre per le prime volte con una persona vicina, e che si può ripetere più volte durante il giorno.
Altro esercizio, sempre da sdraiati, riguarda il movimento rotatorio ed i flessori della gamba.
La persona, pancia in su, prima allunga le gambe, poi piega le ginocchia e le solleva verso il petto. Il movimento in discesa invece prevede che le ginocchia vengano allargate verso l’esterno per ritornare quindi alla posizione di partenza.
Altro esercizio importante è il camminare e soprattutto fare le scale. Questo infatti aiuta il completo recupero della mobilità e della circolazione sanguigna e inoltre sforza il gluteo, un muscolo fondamentale per la nostra mobilità soprattutto dopo un intervento all’anca o al femore.
In un secondo momento poi, recuperata buona parte della mobilità della forza e dell’equilibrio, ecco che anche la bicicletta si presta ad essere un’attività molto utile dato che elasticizzato tutta la capsula del femore e permette la produzione di liquido sinoviale.
Redazione Peranziani.it