Igiene: cosa fare se l’anziano con demenza non vuole lavarsi

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12 Aprile 2018

Chi si dedica all’assistenza di un anziano affetto da demenza senile, specialmente se in stadio ormai avanzato, lo sa bene: anche una semplice azione quotidiana come quella connessa all’igiene può diventare una “battaglia” con vere e proprie esplosioni di aggressività. “Quelli che potrebbero sembrare dei capricci e che sono spesso causa di un profondo (e più che comprensibile) disappunto nel caregiver, sono in realtà comportamenti con una loro più o meno razionale motivazione. Vanno allora interpretati per essere risolti o almeno mitigati”, afferma la psicologa e psicoterapeuta Laura Rivolta. Con la sua consulenza, vediamo allora come affrontare le diverse possibili situazioni.

L’importanza della routine

Spesse volte l’anziano rifiuta di sottoporsi ai trattamenti necessari alla sua igiene personale sostenendo di essere già stato lavato nell’arco della giornata. Quella che potrebbe sembrare solo una scusa per evitare un momento sgradevole è in realtà una profonda convinzione del soggetto, come chiarisce la dottoressa Rivolta: “Soprattutto quando ci si trova in uno stadio piuttosto avanzato di una forma di decadimento cognitivo, è normale che anche il ricordo di azioni estremamente recenti venga rimosso. Pertanto, per ridurre la confusione che si produce nella mente del proprio caro è bene – se possibile – creare una solida routine, cercando di fissare un orario preciso e sempre uguale per il momento destinato all’igiene. E se il bagno o la doccia vengono fatte solo una volta la settimana, è utile scegliere un giorno che rimanga sempre lo stesso. Questa strategia può aiutare anche a ridurre l’ansia provata dall’anziano in questo particolare contesto”.

Il momento più delicato

Tra tutti quelli dedicati all’igiene personale, proprio il momento del bagno rappresenta una delle maggiori fonti di stress per l’anziano affetto da demenza come per il caregiver. “Proprio a causa della malattia l’anziano fatica a riconoscere anche i gesti più banali, persino quelli che egli stesso ha ripetuto miriadi di volte nel corso della sua vita”, osserva la dottoressa Laura Rivolta. “Così lo stesso getto dell’acqua o il semplice fatto di ritrovarsi al’interno della vasca da bagno possono essere causa di una forte ansia, perché sono azioni che egli non comprende e che lo disorientano. Per ridurre tale stato di disagio, è allora necessario creare una situazione confortevole da ogni punto di vista, a partire da quello fisico: è bene riscaldare il bagno e regolare l’acqua alla giusta temperatura, per non esporre l’anziano a un clima sgradevole. Inoltre, è utile preparare tutto l’occorrente in anticipo, tenendolo a portata di mano, per non essere costretti a spostarsi da una stanza all’altra o a compiere movimenti bruschi, disorientando ulteriormente il proprio caro”. 

E’ poi fondamentale riuscire a essere il più possibile rilassati: “Avere il tempo necessario a svolgere tutte le operazioni con calma è la prima mossa vincente per creare un’atmosfera serena”, consiglia la nostra psicologa, “prendendosi qualche minuto anche per descrivere all’anziano quali azioni si stanno per compiere e per quale ragione. E se lo stato d’ansia persiste, si può provare a distrarre il proprio caro con la prospettiva di una successiva azione più gradevole, come una passeggiata, un’attività ludica o la consumazione di un alimento gradito, così da spingerlo a concentrarsi su un pensiero positivo”.

Il fattore “vergogna” 

Un altro aspetto da considerare riguardo la possibile ansia provata dal malato affetto da demenza senile rispetto all’igiene personale è quello del pudore. Il momento del bagno assistito, infatti, rappresenta anche una violazione dell’intimità per l’anziano, che non solo non comprende che cosa sta accadendo intorno a lui, ma si trova collocato in un contesto ignoto in una condizione di vulnerabilità, poiché è nudo in balia di una serie di eventi che fatica a riconoscere e che per lui non hanno più alcun significato. Con l’imbarazzo e la sensazione di fragilità e violazione della propria sfera più intima che inevitabilmente si acuiscono se l’anziano ha difficoltà a riconoscere il caregiver ed ha quindi la convinzione di doversi spogliare in presenza di un estraneo soprattutto se soffre di incontinenza anziani.

“Per ridurre il senso di vergogna è innanzitutto utile garantire una certa privacy all’anziano con l’utilizzo di teli e asciugamani con i quali coprire le parti del corpo alle quali non ci si sta dedicando in quel momento”, suggerisce ancora la dottoressa Laura Rivolta. “Inoltre, è sempre possibile rendersi riconoscibili al proprio caro, se non razionalmente, almeno emotivamente attraverso una comunicazione sensoriale, che risulta in ogni caso strategica. Un contatto fisico affettuoso e rassicurante, sviluppato con una stretta di mano come con un abbraccio, sarà infatti sempre efficace per rassicurare e quindi calmare l’anziano”.
 

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