Il nuovo CCNL aggiornato all’anno 2017 descrive il ruolo della badante notturna come parzialmente differente rispetto a quello degli altri caregiver professionali.
Badante notturna: presenza o assistenza?
Quando si assume una badante notturna è innanzitutto necessario determinare quali mansioni sarà portata a svolgere. Se ciò che le è richiesto è la semplice presenza sul contratto figurerà la dicitura “presenza notturna”. Con questa definizione si intende l’attesa di un caregiver professionale, non necessariamente dotato di competenze infermieristiche e non necessariamente formato, il quale rimane a disposizione del senior assistito in una fascia oraria che si inserisce tra le ore 21.00 e le ore 8.00.
Il datore di lavoro è, in questo caso, tenuto a fornire il necessario per garantire alla badante notturna il completo riposo.
Secondo la tabella dei minimi retributivi aggiornata all’anno 2017, lo stipendio per una badante notturna che presti un servizio di mera “presenza notturna” deve essere pari a 656,41€ ed eventuali prestazioni assistenziali erogate nel lasso di tempo stabilito dal contratto non vanno considerati come straordinarie, da retribuirsi, quindi, con una cifra maggioranta, bensì vanno remunerate sulla base della paga oraria della badante non convivente.
Badante notturna: quali differenze tra assistenza notturna e diurna?
Una badante notturna che presta, invece, assistenza sarà in possesso di un contratto per “discontinue prestazioni notturne di cura alla persona”. Tali prestazioni assistenziali risultano discontinue poiché si collocano in una fascia oraria, che deve essere compresa tra le ore 20.00 e le ore 8.00, in cui il caregiver professionale deve essere innanzitutto presente e sarà poi tenuto, nell’arco delle ore lavorative (anche queste da specificare sul contratto), ad erogare un servizio di tipo assistenziale.
ll datore di lavoro è tenuto a fornire un alloggio per garantire delle ore di riposo oltre che la cena e la colazione per la badante notturna.
Il lavoro del caregiver professionale viene retribuito sulla base della fascia all’interno della quale si colloca il lavoratore e che dipende dalla sua formazione e dal tipo di mansioni che è portato a svolgere nell’ambiente domestico. Coloro che assistono nelle ore notturne un anziano autosufficiente, ad esempio, si collocano nella fascia B super, mentre coloro che si occupano di anziani non autosufficienti si inseriscono nella fascia C super o D super a seconda che siano formati o meno.
Il massimo di ore lavorative settimanali è pari a 54, nel caso delle badanti conviventi, e a 40 nel caso di badanti non conviventi, mentre le ore consecutive di riposo devono essere almeno 11 consecutive ogni 24 ore.
Per ciò che concerne i giorni di ferie, di riposo e di malattia è bene avvalersi delle medesime norme esistenti per le badanti non conviventi.
Redazione Peranziani.it