“Lo scrivo subito, altrimenti me ne dimentico”: con il passare degli anni è una frase che diviene sempre più ricorrente. Ma anche un gesto che può paradossalmente peggiorare le cose: “Molti anziani, e anche meno anziani, si rassegnano alla perdita di memoria adottando dei mezzi che la possano sostituire, come post-it e taccuini sui quali annotare ogni cosa, senza invece pensare che è anche possibile tenerla in allenamento e rafforzarla”, afferma con sicurezza Matteo Salvo, trainer di tecniche di apprendimento rapido.
Partiamo dalla sua qualifica: come e perché si è avvicinato alle tecniche di memorizzazione?
“È accaduto nel periodo dell’università per un’esigenza personale: apprendere il più velocemente possibile il maggior numero di informazioni. Spesso non ci viene scolasticamente fornito un metodo che ci aiuti a sfruttare tutte le potenzialità della nostra mente, in particolare la capacità mnemonica, eppure esistono molti strumenti che possono venirci in aiuto a ogni età. Questo a patto di non considerare la memoria uno strumento finalizzato solo all’immagazzinamento di informazioni: va invece paragonata a un organo del nostro corpo, elastico e bisognoso di allenamento costante, che è sempre possibile stimolare”.
Anche quando si è ormai nella terza età?
“Certamente. Come dicevo prima, sostituire la nostra memoria con note e appunti è un errore che non va commesso, perché in questo modo finiamo invece per atrofizzarla. Va invece messo in atto un piano di compensazione, come quando essendoci rotti un legamento del ginocchio dobbiamo rinforzare i muscoli circostanti per sopperire alla sua mancanza. E questa possibilità, con le ovvie e inevitabili limitazioni, continua a esistere anche in quei casi in cui alcune facoltà mentali risultano irreversibilmente danneggiate”.
Su cosa si basano queste tecniche di apprendimento rapido?
“Si fondano sul fatto di sfruttare alcune caratteristiche della nostra mente che tendiamo invece a ignorare, come ad esempio il fatto che essa funziona per immagini, oltre che con dinamiche emotive e associative. Per questo, quando vogliamo memorizzare una cosa, dovremmo concentrarci sulle immagini che essa evoca in noi; poi occorre anche imparare a utilizzare la fantasia per creare associazioni che aiutino la mente a ‘fissare’ una qualsiasi informazione, meglio ancora se queste combinazioni evocano in noi delle emozioni o ci fanno sentire coinvolti in prima persona”.
Nello specifico degli anziani, cosa funziona di più? Esistono degli esercizi che il caregiver può proporre al proprio caro per allenare la mente e quindi la memoria?
“Nella terza età è fondamentale scegliere una tematica che coinvolga la persona e catturi la sua attenzione. Se ad esempio il nostro caro era un muratore, un geometra o un architetto, si può coinvolgerlo nella progettazione di una casa immaginaria, perché ciò risveglierà il suo interesse e lo gratificherà maggiormente. Poi funzionano anche i test di memoria per associare determinati nomi ai volti: all’anziano va mostrata la fotografia di una persona conosciuta, invitandolo a cercare un dettaglio del volto che più lo colpisce per poi associarlo a un’immagine evocata dal nome stesso della persona. Se per esempio quest’ultima si chiama Marco, è possibile per assonanza associare il nome all’immagine di un arco, la quale può quindi essere posta in relazione con un dettaglio del volto della persona, come le sopracciglia ricurve”.
Ci sono anche tecniche per così dire meno “complesse”?
“Una semplice, ma efficace consiste nel far memorizzare al proprio caro una lista di parole in un dato ordine. Questo esercizio non stimolerà solo la sua capacità mnemonica, ma anche la sua fantasia, perché bisognerà chiedergli di associare le parole fra di loro grazie a un susseguirsi di immagine poste in relazione da nessi creativi. Possono sembrare difficili o addirittura astruse, ma in realtà sono tecniche che – come dicevo – stimolano dinamiche della nostra mente che non conosciamo, ma che sono fondamentali ai fini della memoria”.
Clicca qui per i video di alcuni esercizi proposti da Matteo Salvo.
Redazione Peranziani.it