La malattia di Alzheimer, in assenza di una cura farmacologica risolutiva, vede la comunità scientifica impegnata su fronti alternativi: da un lato l’impegno a promuovere una diagnosi precoce, cogliendo per tempo i segnali premonitori, dall’altro gli interventi con terapie non farmacologiche. Tra queste ultime si inserisce come novità di rilievo “Alzheimer in Lab”, la mostra-percorso proposta a Brescia presso la Residenza Vittoria di Korian Italia per informare i caregiver su come organizzare l’ambiente domestico e sulle possibili terapie non farmacologiche per cercare di contenere la malattia, ma anche per coinvolgere le scuole del territorio per svelare la realtà della “malattia invisibile” a tanti studenti. Il progetto, sviluppato con il patrocinio della Regione Lombardia, prevede inoltre che questo Laboratorio diventi in futuro itinerante per sensibilizzare al tema Alzheimer tutto il Paese, incluse le istituzioni.
Un viaggio nella malattia
“Alzheimer in Lab” è un viaggio molto speciale nella malattia, che riassume con efficacia alcune esperienze emozionali, sensoriali e didattico-educative, tutte utili a riflettere sulla realtà percepita dalla persona affetta da Alzheimer per immedesimarsi nella sua difficile condizione. Si parte con un stanza proiezione, con una voce narrante che racconta la lettera di un malato cui è appena stata diagnosticata la malattia; segue la stanza dei suoni, al buio, in cui le voci ripropongono il disorientamento e lo stato confusionale del paziente che si domanda, in modo ossessivo, “Dove sono?”, “Chi sei?”. E ancora, con l’ausilio di una audioguida, ecco svilupparsi la visita ai diversi spazi abitativi – una camera da letto, la living room e un bagno – in cui si confrontano gli ambienti in cui vivono normalmente i pazienti e come invece dovrebbero essere, a casa o in una struttura di assistenza, quelli più adatti ad accogliere il malato in termini di arredi, colori, suoni e luci, in base agli studi dei ricercatori.
Un’azione sulla sfera emotiva
Come ci racconta il dottor Ivo Cilesi, da 25 anni studioso delle demenze e consulente internazionale per le terapie non farmacologiche, con lunghe esperienze nel mondo scandinavo, “il Laboratorio è un percorso pensato soprattutto per dare risposte ai molti interrogativi che affliggono i caregiver. Nell’ambiente domestico si possono creare imbarazzi e disagi, soprattutto difficili stati d’ansia nei pazienti, sui quali occorre intervenire per ridurli nei limiti del possibile. Per esempio, colori o arredi inadatti possono portare a una distorta percezione della realtà da parte del malato, stimolando allucinazioni visive e suoni destrutturanti che vanno a complicare il già difficile quadro della malattia”.
“Le terapie non farmacologiche”, prosegue il dottor Ivo Cilesi, “rallentano il declino cognitivo e funzionale, controllano i disturbi del comportamento e compensano le disabilità causate dalla malattia. Si attuano con strumenti pratici, come per esempio avviene nel caso della ‘doll therapy’, basata su una bambola, morbida e coccolabile, spesso vissuta dal paziente (donna o uomo non fa differenza) come se fosse un bambino: uno strumento terapeutico utilizzato non per stimolare una regressione all’infanzia, ma per attivare la sfera emotiva, l’unica sulla quale la malattia incide in forma ridotta e sulla quale si può quindi fare leva”.
Tra le terapie non farmacologiche c’è poi anche la musicoterapia: “In cuffia o diffusa nell’ambiente, la musica è in grado di rievocare emozioni e agevolare la relazione con il presente”, spiega ancora il dottor Cilesi. “E poi c’è l’aromaterapia, utilizzata sia come stimolo sia come tranquillante ovviamente non farmacologico. In molti casi gli interventi, attuabili sia nelle strutture sanitario-assistenziali sia a casa, riducono il dosaggio dei farmaci e contribuiscono così a frenare in maniera più naturale la progressione della malattia. E migliorano la qualità di vita del malato, riducendo al contempo lo stress del caregiver”.
Dove e quando visitare “Alzheimer in Lab”
L’installazione occupa alcuni spazi della Residenza Vittoria di Korian, in via Calatafimi 1 a Brescia, ed è visitabile sino al prossimo 10 giugno dal venerdì alla domenica, dalle ore 10 alle 18 (ammessi gruppi di non oltre 20 persone, per visite della durata di 30 minuti circa). Al momento è poi prevista una riapertura il prossimo 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer. Per maggiori informazioni, cliccate qui.