Quando si pensa alla vita degli anziani troppo spesso siamo portati a considerare per prima cosa le loro problematiche sanitarie e non solo, finendo così per avere un quadro complessivo più pesante di quello che in realtà sia. Ci sono infatti molti senior che sono del tutto autosufficienti ma con piccole, davvero minime, limitazioni e tanto (o poco) basta per farci credere che necessitino di aiuto costante, continuo.
Considerazioni che poi portano i caregiver a conclusioni errate soprattutto sul tipo di assistenza di cui necessitano. E, ad aggravare le cose, ecco che tutto questo influisce anche sulla socialità di questi anziani troppo spesso o inutilmente costretti ad affrontare quello che è uno dei principali nemici di quella fase della vita: la solitudine.
Come non aver paura di vivere da soli
«La solitudine influenza profondamente la salute fisica e psicologica. Negli studi che si occupano di psicologia della terza età, si evidenzia il ruolo fondamentale dei contatti sociali nel contribuire alla qualità della vita dell’anziano, non solo in termini di mantenimento di uno stile attivo, efficace e indipendente, quanto anche nel rispondere ai bisogni di protezione, sicurezza e appartenenza», spiega la dottoressa Elisa Stefanati, psicologa e psicoterapeuta presso Quisisana Ferrara. «Tenere le persone anziane all’interno di contesti e progetti che coinvolgano l’individuo per tenerlo in attività, e che lo stimolino a livello cognitivo, nelle funzioni mnemoniche e di orientamento, motivazionale e sociale, contrasta il decadimento cognitivo che procede quasi in parallelo con la compromissione delle autonomie di movimento e funzionalità». Serve quindi molta attenzione nella scelta dell’assistenza, della tipologia di vita, insegnando sempre che la solitudine si può in qualche maniera affrontare.
«La persona che si sente isolata e sola – aggiunge la Dott.ssa Stefanati – diviene più vulnerabile, tende a perdere interesse per sé, la propria cura, l’alimentazione e la propria salute, anche perché consapevole di non poter più contare sulle proprie forze, sulle proprie capacità, e a causa di queste perdite a livello personale perde di conseguenza opportunità anche a livello relazionale. La relazione tra sostegno sociale, solitudine e depressione negli anziani, in recenti studi ha evidenziato come la depressione sia strettamente correlata a vissuti soggettivi di solitudine in corrispondenza della riduzione delle interazioni e del supporto sociale».
Quali tipologia di alloggi scegliere per anziani autosufficienti
Se una volta esisteva solo la Rsa, che spesso venivano scelte anche da persone autosufficienti che meritavano ben altra sistemazione, oggi il mercato si è per fortuna differenziato. In base quindi allo stato di salute ed alla qualità della vita dell’anziano si possono scegliere diverse tipologie di strutture e sistemazioni in grado di offrire proposte “personalizzate”.
Senior Living
È una formula abitativa che nasce dalla volontà di garantire alle persone over un nuovo modello di sostegno, intermedio fra l’abitazione e la casa di riposo.
Il proposito è quello di accompagnare gli anziani nelle loro necessità in modo graduale e proporzionato, aiutandoli a rimanere nella propria comunità e vicini alla famiglia e agli affetti.
I Senior Living si possono collocare in contesti diversi anche in base al territorio in cui nascono: Residence, Condomini e Ville Storiche riadattate ad appartamenti per anziani.
Solitamente nascono come monolocali bilocali ma esistono anche soluzioni più grandi con più locali e sono totalmente o parzialmente arredati (con possibilità per coloro che lo desiderano di portare mobili propri).
Una grande peculiarità dei Senior Living, oltre ad essere pet friendly a differenza della gran parte delle RSA, sono i servizi che la struttura può presentare, pensati in base alle diverse necessità dell’anziano come il servizio socio- sanitario H24, i sistemi domotici e di sistemi di sicurezza, tornei di carte, ginnastica di gruppo o individuale, gite e laboratori di varia natura (dall’artistico al culinario, dal culturale al ludico), servizio di portineria, collaborazione domestica settimanale
La struttura con Senior Living mettono generalmente poi a disposizione dei residenti ulteriori servizi “on demand” non compresi nel canone mensile.
Comunità e cohousing
Stare da soli stando insieme. Il giusto mix di indipendenza con il massimo possibile della socialità. Queste le caratteristiche delle comunità e del cohousing. Strutture (che in termine molto grezzo e limitativo potremmo definire “residence“) che uniscono la praticità di comodi appartamenti in luoghi sicuri e spesso dal panorama molto gradevole radunati in un complesso in grado di offrire spazi comuni per lo sport, la socialità (attività culturali, tempo libero, hobby) e servizi anche per la sanità.
Luoghi dove ognuno potrà così crearsi il proprio mix di privacy, non solitudine, e vita sociale dedicato a persone autosufficienti e soprattutto molto stimolate allo stare insieme
descrizione delle comunità e qualità della vita che gli anziani autosufficienti hanno scegliendo questa tipologia di alloggio.
Appartamenti protetti
Se l’anziano invece ha problematiche sanitarie più complesse, cioè se da una parte ha autosufficienza ancora quasi normale ma una malattia che richiede un monitoraggio h24 dello stato di salute, ecco che la risposta più corretta è quella dei cosiddetti Appartamenti Protetti.
Si tratta cioè di alloggi dove ognuno ha spazio e diritto alla propria privacy ma che, grazie ad un ampio uso della tecnologia, offre un’assistenza ed un controllo medico sempre attivo. Con un semplice tasto infatti ci si può mettere in contatto con medici ed infermieri che presidiano lo stabile per ogni tipo di emergenza. Ma non solo.
Le case protette si trovano in strutture più ampie con vari servizi a disposizione del Senior: dalla pulizia dell’alloggio alla cura della persona (estetista, parrucchiere), da spazi per hobby e cultura, a quelli per lo sport e addirittura alla religione.
Mini alloggi
I mini alloggi sono delle unità abitative residenziali nate per offrire la possibilità ad un soggetto anziano con ancora un discreto grado di autonomia ed indipendenza, di usufruire di una soluzione residenziale che gli consenta di vivere in un ambiente domestico più consono alle necessità della vita quotidiana. Troppo spesso infatti un senior solo si trova all’interno di case o appartamenti molto ampi, difficili anche da gestire quotidianamente. Per questo anche una corretta e limitata occupazione degli spazi può essere d’aiuto, soprattutto per chi ha qualche problematica di salute e limitata autosufficienza. Inoltre questi mini appartamenti si trovano in strutture in grado di fornire, in caso di bisogno, tutti i servizi alberghieri, assistenziali e sanitari all’occorrenza ritenuti utili ed erogabili dalla struttura oltre che spazi di conviviali e socializzazione tra gli ospiti.
Casa albergo
Se poi si necessitano di soluzioni particolari, soprattutto se limitate nel tempo (per una riabilitazione da una malattia da svolgere vicino ad un ospedale o ad esempio anche per una vacanza) ecco che potrebbe risultare interessante la scelta della Casa-Albergo. Struttura che ha tutte le caratteristiche di una casa protetta o di un mini alloggio ed i servizi di un hotel per rendere la vita del senior più libera, senza assilli, proprio come in una vacanza.
ADI
C’è poi un’ultima soluzione: l’assistenza domiciliare. Opzione scelta sempre da più persone, soprattutto in questo periodo di pandemia. Il vantaggio indiscutibile è quello che l’anziano resta nella tranquillità della propria casa ma dal punto di vista della socialità e della solitudine ci sono grossi dubbi e limiti.
Redazione Peranziani.it