La quarta ondata di Covid che ha colpito l’Italia legata alla variante Omicron, dopo aver costretto a chiusure e misure restrittive tra la fine di dicembre e tutto gennaio, ha allentato sempre più la sua morsa. I dati recenti raccontano la discesa dei casi di contagio, dei ricoveri ospedalieri e delle occupazioni in Terapia Intensiva.
Per questo il governo negli ultimi Decreti Covid ha preparato una sorta di agenda di riapertura lenta ma totale del paese che culminerà con la fine dello Stato di emergenza il prossimo 31 marzo, dopo due anni.
In questa cronologia di misure e riaperture vengono anche interessati gli ospedali e le strutture sanitarie. Dal 10 marzo infatti tutto cambierà e di fatto si potrà ritornare nei reparti a visitare i propri cari, mettendo così fine allo strazio della solitudine nella quale sono morte migliaia di italiani in questi due anni di pandemia.
Visite in ospedale
Fino ad oggi, soprattutto nelle ultime settimane, gli ingressi dei parenti negli ospedali venivano gestiti in maniera non uniforme, con i Direttori Sanitari che di volta in volta aprivano o chiudevano le loro strutture. Nel Decreto Covid, grazie ad un emendamento approvato in Senato, tutto questo finirà e sono state date così norme uniformi per tutto il paese.
Dal 10 marzo si potrà tornare a fare visita ai propri cari, seguendo norme ben precise. L’accesso sarà consentito ad amici e soprattutto parenti e le visite avranno una durata di 45 minuti, negli orari stabiliti dai singoli ospedali.
Per poter accedere alle strutture sanitarie servirà aver completato l’intero ciclo vaccinale, oppure aver un certificato di guarigione dal Covid, o, in ultimo, avere iniziato il percorso di vaccinazioni con almeno due dosi al quale unire un tampone negativo effettuato entro 48 ore dalla visita.
In questi mesi di quarta ondata Covid le visite ai parenti e amici ricoverati in ospedale erano consentite solo nelle sale d’attesa e con durate limitate che variavano da ospedale a ospedale, ma che di media non superavano i 15 minuti di durata.
Durante le visite sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina Ffp2.
Visite in RSA
Anche nelle Rsa per gli anziani le regole cambieranno, sempre a partire dal 10 marzo. Le normative sono quelle identiche per gli ingressi negli ospedali. Con alcune possibili differenze.
I responsabili delle strutture infatti possono richiedere misure ancor più restrittive per gli ingressi, come il calzare appositi plantari o particolari comportamenti e procedure di sanificazione.
Cosa cambia nell’assistenza domiciliare
Cambiano anche le norme sanitarie per chi svolge attività di Assistenza Domiciliare. Dal 12 febbraio per queste persone è necessario il Green Pass Rafforzato, condizione che resta attiva. Ricordiamo che tocca al datore di lavoro controllare la documentazione del proprio dipendente; in caso di mancato controllo si rischia una sanzione amministrativa il cui ammontare varia tra i 400 ed i 1000 euro.
E i lavoratori che non hanno il green pass obbligatorio, che cosa rischiano? I domestici non in regola non potranno svolgere attività lavorativa (e se lo faranno andranno incontro a una sanzione amministrativa da 600 a 1.500 euro) e dovranno essere considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con il diritto alla conservazione del posto di lavoro fino alla presentazione di idonea certificazione. Per i giorni di assenza ingiustificata non sarà dovuta la retribuzione, né altro compenso o emolumento.
In casa resta l’obbligo di mascherina Ffp2 sempre indossata.
Redazione Peranziani.it