L’obesità è una vera e propria patologia che si sta diffondendo sempre più nella popolazione con un picco del 15% tra i 55 ed i 65 anni ed è importante pensare alla sua prevenzione, al fine di limitarne le conseguenze, quali il rischio di contrarre patologie e disabilità che minaccino ed accorcino l’aspettativa di vita. “L’obesità è una malattia epidemica – spiega il prof Michele Carruba Presidente del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università di Milano – il 48% della popolazione Italiana infatti, ha problemi di sovrappeso e obesità. Quando la circonferenza di vita misura più di 102 cm nell’uomo ed è superiore agli 88 cm nella donna, si fa diagnosi di obesità. Non è un problema solo estetico, ma una vera e propria patologia, che nel tempo può causare malattie invalidanti come il diabete di tipo due, l’ipertensione, correlata ad ictus ed infarti del miocardio, dislipidemia e quindi aterosclerosi e deficit cardiovascolari, ma anche malattie oncologiche. I tumori più frequentemente correlati all’obesità sono quelli alla cistifellea, al fegato, al colon, al retto, all’esofago, al rene, ma anche tumori alle ovaie, alla cervice, all’utero, alla tiroide e tumori del sangue”.
Tanto più si diviene obesi in età da giovanile tanto più le aspettative di vita si accorciano. Il vero allarme è dato dal fatto che se ci si ammala di obesità in età compresa tra i 20 ed i 40 anni si perdono anni di vita in salute, (gli uomini perdono fino a 9 anni di vita e le donne fino a 6 anni). Questo significa che se l’aspettativa di vita media in Italia ha raggiunto gli 83,4 anni, chi presenta diagnosi di obesità ad insorgenza precoce ha una probabilità di sviluppare patologie molto gravi causate dall’obesità, già dopo i 50 anni, peggiorando la propria qualità di vita e la possibilità di vivere a lungo. Il vero rischio (soprattutto nella popolazione maschile) è quello legato al grasso viscerale, un nemico insidioso, considerato un vero e proprio organo che produce modificazioni ed infiammazioni metaboliche che possono facilitare l’insorgere di gravi patologie. I dati scientifici sono allarmanti: solo il 20% di obesi non ha patologie conclamate, mentre il restante 80% si, con problemi di comorbilità invalidanti. Se una persona obesa sviluppa più di due delle patologie sopra citate è a rischio di sindrome metabolica.
“L’obesità ha un’eziologia multifattoriale – prosegue il prof Carruba – la genetica incide fino al 25%, il restante 75% è dato da stile di vita, cultura e ambiente. Escluso il fattore ereditario, stile di vita sedentario e dieta sregolata sono la prime cause da attenzionare per una prevenzione che inizi dall’età infantile. Se è vero che in ogni stadio della vita le abitudini alimentari influiscono sulle condizioni di salute, in particolare, in età avanzata, eccessi alimentari sono in grado di provocare la comparsa di processi patologici a carico di vari organi e favorire il processo di invecchiamento dell’organismo, favorendo l’aggravamento di patologie preesistenti. Immaginate quali siano i costi sanitari di questa patologia, perchè il vero problema oggi è che vengono curati i sintomi correlati all’obesità, come diabete, ictus e tumori, ma non viene riconosciuta l’obesità come una patologia cronica e come tale curata come causa scatenante”
La migliore alimentazione per l’anziano
“L’alimentazione migliore anche per l’anziano è rappresentata dalla dieta mediterranea – aggiunge Michele Carruba – dove non deve mancare la componente proteica per contrastare la sarcopenia, ovvero la perdita di massa muscolare. Frutta e verdura sono indispensabili per l’apporto di vitamine, sali minerali ed antiossidanti. Fondamentale è l’idratazione per governare tutti i processi metabolici, visto che l’anziano tende a perdere il senso di “sete” deve essere incoraggiato ad idratarsi almeno con un litro e mezzo di acqua al giorno. Da limitare al massimo grassi e zuccheri”.
Il ruolo degli integratori alimentari
Proprio per contrastare la perdita di massa muscolare si può introdurre nella dieta dell’anziano integratori proteici ed in particolare aminoacidi ramificati
Quale attività fisica per gli anziani
L’attività fisica contrasta l’aumento di massa grassa. Il movimento per gli anziani è fondamentale per impedire la perdita del muscolo. Si tratta di un’attività fisica che non deve puntare all’intensità dello sforzo, quanto al suo svolgimento con regolarità e continuità. Lunghe camminate, sono utilissime allo scopo. Ma anche ballare, accompagnare a piedi i nipoti a scuola, portare il cane al parco tutti i giorni rappresentano buone abitudini per mantenere i muscoli in allenamento.
11 Ottobre Giornata Mondiale di Lotta all’obesità
“Favorire divulgazione e conoscenza sui corretti stili di vita diviene compito sociale, e l’approccio multidisciplinare (fattori psicologici, metabolico-nutrizionali, e di corretti stili di vita e movimento fisico) è fondamentale per arginare il problema – conclude il presidente del centro studi per l’obesità – Così in occasione dell’11 Ottobre Giornata Mondiale di lotta all’obesità, SG Company ha lanciato il piano “ObeCity” un progetto nazionale che per il 2019/ 2020 punta a prevenire l’obesità attraverso campagne di sensibilizzazione e di educazione, fin dall’età pediatrica ed in ambito famigliare e scolastico in numerose città d’Italia”.
Redazione Peranziani.it